Abbattuto in guerra Dagli Usa cercano l’aereo B-25 sparito
Promessa in punto di morte all’amico pilota che si salvò L’appello ai mantovani: cadde tra Vasto e Volta, chi sa parli
di Francesco Romani
VOLTA MANTOVANA. Nello scorso ottobre, ai ricercatori del gruppo Air Crash Po, che ricostruisce le vicende degli aerei abbattuti nella pianura padana nell’ultima guerra, è giunta una lettera dagli Stati Uniti. Era di mister Doug Culver, amico del mitragliere di coda di un aereo caduto nel 1945 fra Vasto di Goito e Volta Mantovana. «Ci chiedeva di aiutarlo a capire dove era caduto l’aereo – spiegano all’Air Crash Po –. Spiegava che per anni ha tenuto nel cassetto il sogno di accompagnare sul posto il suo grande amico per fargli rivivere quei momenti. Ma che l’amico era scomparso e lui sentiva ancora più forte quel compito fatto in punto di morte: ritrovar e il suo aereo. Per questo lanciamo un appello a chi ha visto, o sentito di quel velivolo caduto di mettersi in contatto con noi».
Quel drammatico 13 febbraio.Sono le 7 e 48 del 13 febbraio. Sulla pianura la nebbia rende ancora più freddo l’ultimo scorcio della guerra. A centinaia di chilometri di distanza, in Corsica 24 bombardieri americani si preparano al decollo. Sono dei B-25, bimotori, che si apprestano a rullare sulla pista per l’ennesimo bombardamento di questo inverno 1945. L’obiettivo è la linea ferroviaria del Brennero, l’ombelico che può permettere alle truppe tedesche in ritirata di ripiegare verso la madre patria. I velivoli hanno una missione speciale. Sganciare bombe pesantissime, da mille libbre ciascuna con lo scopo di provocare una frana che interrompa la linea ferrata e le vie di comunicazione. Qualche giorno prima altri velivoli avevano bombardato duramente la massicciata ferroviaria, i binari ed il declivio della montagna quasi fino alla cima. A Sant’Ambrogio di Valpolicella e Domegliara il martellamento è un inferno di bombe che gli americani continuano a sversare con le loro incursioni. Ma quella del 13 febbraio è una data particolare per il Mantovano.
In volo verso Verona I 24 velivoli raggiungono in breve la quota assegnata di 8mila metri. Dopo poco vengono affiancati dai caccia P-47 di scorta. Il viaggio procede tranquillo. Giunti sull’obiettivo sganciano le bombe, ma la contraere: a tedesca è all’opera e la missione si trasforma in un mezzo disastro. Un bombardiere, l’Idiots Delight, viene colpito ad entrambe i motori e costretto ad uscire dalla formazione. Il pilota, il tenente Marshall W. Knighton riuscì a mantenere la rotta, ma alle 11.40, all’altezza di Asola, la situazione divenne insostenibile. L’aereo perse quota e si schiantò al suolo in località Boschetti di Acquanegra, vicino al greto del Chiese, dopo che tutto l’equipaggio, sei uomini, era riuscito a lanciarsi con il paracadute. Le loro storie sono state ricostruite dallo studioso mantovano Claudio Mischi.
L’aereo fantasma. Un secondo velivolo venne danneggiato. Si trattava dello Yankee Doodle Dandy con a bordo sei aviatori: il pilota, luogotenente Fiegler, il copilota O ’Connor, il bombardiere Simon, l’operatore radio-mitragliere sergente Claflin e di mitraglieri Lewis e Davidson. Tutti i sei membri dell’equipaggio riuscirono a lanciarsi con il paracadute ed a salvarsi, ma vennero immediatamente catturati e, dopo due giorni di interrogatori, inviati in campi di prigionia in germania prima ed in Austria poi. Vennero liberati poco dopo, nel maggio di quel 1945 delle truppe della Terza Armata del generale Patton. Ma dell’aereo si è persa ogni traccia.
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