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Undici intossicati dal monossido Sfiorata una strage a Natale

Undici persone sono rimaste intossicate dal monossido in un’abitazione di via Bellaria a Casaloldo. Il veleno è stato sprigionato da una caldaia difettosa. Sei persone sono state trasportate in ospedale, altre cinque si sono presentate al pronto soccorso

Francesco Abiuso
2 minuti di lettura
La casa della famiglia intossicata 

CASALOLDO. Pranzo di Natale. Nonni, zii, nipoti, cognati, tutti attorno allo stesso tavolo per festeggiare. Ma l’atmosfera lieta e rilassata cambia di colpo. La padrona di casa, all’improvviso, avverte un giramento di testa. Ed ecco la piccola nipotina, quattro mesi appena, pure lei con un mancamento. Il giorno di festa diventa giorno di panico. I genitori angosciati che corrono con la piccola in ospedale, e anche gli altri parenti che si sentono male. Tutto, si saprà, per una fuga di monossido.

È una tragedia per fortuna solo sfiorata, quella che si è consumata nel giorno di Natale in una casa di Bellaria, località di Casaloldo. Un nemico impercettibile, senza odore né colore, ma capace di uccidere se respirato a lungo, ha teso un terribile agguato a quattro famiglie, imparentate tra loro. Monossido, killer invisibile prodotto della combustione nelle caldaie o nel camino. Un difetto o un’improvvisa ostruzione nella canna fumaria possono causare il ritorno del gas all’interno dell’abitazione. E, specie d’inverno, con le finestre chiuse con il freddo, capita che gli abitanti possano cominciare a respirare con danni incalcolabili
Qualcosa di simile (ma la ricostruzione delle cause è al vaglio dei vigili del fuoco e dei carabinieri) è accaduto anche a casa di C.F., 52 anni, e della moglie V.E. 48, residente in strada Bellaria al civico 2. Marito e moglie, gestori di una premiata scuola di ballo, avevano invitato per il pranzo di Natale i rispettivi parenti.

Lei aveva chiamato i genitori e il fratello D., 39 anni, con la moglie e la bimba neonata (entrambe le famiglie abitano in una villa dirimpettaia di quella in cui si è consumato il dramma). C.F. aveva invece invitato la madre di 80 anni, e la sorella con il marito e il figlio di otto anni, residenti a Marcaria.
Un’atmosfera di allegria e di quiete familiare, quand’ecco (attorno alle 13.30) i malori: «Eravamo a pranzo, ho avvertito un giramento di testa, ma non ho dato molta importanza – racconta dall’ospedale di Asola E. F. – ma quando è stata male la piccola, ci siamo allarmati. Io sono salita in macchina con mio fratello sua moglie e la piccola, e siamo corsi al pronto soccorso. Ma non avevamo per nulla capito l’origine dei malori».

I primi accertamenti medici riveleranno la presenza di monossido nel sangue dei ricoverati. E da quel momento scatterà l’allarme, con l’invio di ambulanze e vigili del fuoco nella villa di strada Bellaria. Gli accertamenti dei vigili del fuoco lasciano al momento propendere per una fuga di monossido dalla caldaia, legata a un’ostruzione della canna fumaria. «Niente camini o stufette accese – riferisce E. F. – in casa stavano andando solo i termosifoni».

Mentre i vigili del fuoco compiono i loro rilievi, vengono ricoverati (divisi tra gli ospedali di Asola e Castiglione) anche gli altri commensali. Tutti hanno respirato monossido, e ben dieci di loro (tra cui la bimba di quattro mesi e il bambino di otto anni) avranno bisogno del trattamento nella camera iperbarica. Trattamento utile a eliminare gradualmente il monossido dal sangue. Per tutti e undici, fortunatamente, i medici sono ottimisti: nessuno è in pericolo. Quattro persone sono ricoverate in Medicina ad Asola, e due in Pediatria.

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