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Maratona in aula sull’antimafia La commissione ancora non c’è

Tre ore di consiglio per mettere d’accordo maggioranza e opposizione sull’organismo di monitoraggio Tocca a un tris di saggi: Longfils, Brioni e Gianolio cercheranno una soluzione con le forze dell’ordine

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MANTOVA. Una commissione di saggi per costituire la commissione antimafia. È la decisione presa ieri sera all’unanimità dal consiglio comunale dopo due ore di serrato dibattito in aula, e un’ora di sospensione per trovare l’accordo su un testo condiviso.

Centrosinistra e maggioranza di centrodestra si erano presentati con due testi diametralmente opposti sia sulla composizione della commissione sia sui suoi compiti. Solo su un punto concordavano: la necessità di istituire una commissione che eviti le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto socio-economico della città. Alla fine l’intesa è arrivata su una commissione composta da tre «saggi», il presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils, Paolo Gianolio del gruppo misto e Fiorenza Brioni del Pd. Il loro compito sarà quello di prendere contatti con la prefettura e con le forze dell’ordine per stabilire composizione e compiti della futura commissione e poi relazionare all’aula.

L’aula si è divisa proprio sui membri che avrebbero fatto parte della commissione e sui compiti. La mozione del centrosinistra proponeva che a comporla fossero esponenti delle associazioni che si occupano di lotta alla mafia, di sindacati, associazioni di categoria e rappresentanti delle forze dell’ordine. Punto qualificante della loro azione avrebbe dovuto essere l’adesione al protocollo delle Camere di Commercio di Reggio Emilia, Modena, Crotone e Caltanissetta; inoltre dovrebbero adottare il questionario, preparato dall’associazione di criminologi Formazione di eccellenza, da distribuire alle famiglie per conoscere la loro percezione dei fenomeni mafiosi in città. Il centrodestra, invece, aveva proposto che la commissione fosse composta solo da consiglieri comunali e che i compiti di controllo su cantieri, sale da gioco e pubblici esercizi venissero affidati alla Polizia locale.

Ad illustrare la mozione del centrosinistra era stato il capogruppo del Pd, Giovanni Buvoli, primo firmatario: «Questa commissione di monitoraggio - aveva spiegato - serve per denunciare le infiltrazioni mafiose e rendere consapevoli i cittadini di ciò che accade sul loro territorio». Luca de Marchi della Lega nord aveva presentato la controproposta della maggioranza, proponendo una commissione antimafia del tutto diversa rispetto a quella pensata dall’opposizione, ricordando che «già nel 2011 avevamo denunciato infiltrazioni della criminalità organizzata a Mantova e provincia» e che «i professionisti dell’antimafia mi fanno paura». Per l’ex sindaco Brioni «questo è un passaggio significativo: abbiamo bisogno di attrezzarci ad una situazione che è particolarmente grave. Dobbiamo attivare azioni in brevissimo tempo perché rischiamo di affrontare il problema troppo tardi per contrastarlo. Il protococolo d’intesa tra le Camere di Commercio consente di aver scambi di informazione sulle imprese criminali che opera sui territori. A Reggio Emilia, per esempio, sono stati ritirati 15 certificati antimafia prima rilasciati ad imprese che poi, incrociando i dati, sarebbero risultati compromesse con le n’drine crotonesi». Critiche erano venute da Gianolio che ha definito «sbagliate» entrambe le proposte visto che di infiltrazioni mafiose negli appalti si occupa la legge. Acerbi (Pdl) aveva proposto «un percorso che porti la commissione consiliare ad allargarsi anche nella direzione proposta dal centrosinistra, con compiti ben definiti e concordati con chi ha già gli strumenti per contrastare la mafia». «Noi - aveva fatto eco Ferrazzi dei benediniani - siamo contro la mafia, però questa è un’ennesima perdita di tempo tipica del centrosinistra: quando non sa cosa fare propone una commissione».

L’aula ha rinviato a lunedì l’approvazione delle modifiche al regolamento di polizia urbana che inaspriva le la lotta contro la prostituzione di strada e contro i bivacchi nei luoghi pubblici. (Sa.Mor.)

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