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Ufi a un passo dall’intesa Centocinquanta licenziati

In 56 dalla fabbrica alla logistica, fino a 25mila euro a chi se ne va. Ora si tratta per salvare parte della produzione di Porto

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MANTOVA. Nuovo passo avanti sulla vertenza Ufi Filters: ieri nelle assemblee dei lavoratori si è parlato delle aperture effettuate dall’azienda veronese del settore automotive dopo la sostituzione dell’amministratore delegato Torrisi e l’assunzione della carica da parte del presidente Giorgio Girondi. L’intesa sugli incentivi alla mobilità e sulla cassa integrazione straordinaria è già raggiunta. Resta da definire la possibilità di salvare ulteriori posti di lavoro a Porto Mantovano: Ufi avrebbe chiesto sacrifici sul fronte del costo del lavoro, in particolare la rinuncia agli accordi aziendali. I sindacati hanno risposto con la disponibilità non già alla rinuncia, quanto a un congelamento biennale degli accordi stessi, «a fronte - spiega Mauro Mantovanelli della Fiom-Cgil - della volontà di mantenere un numero di posti di lavoro che consenta la prosecuzione della produzione». All’atto pratico, quindi, la sospensione dei patti aziendali avverrebbe solo assicurando un numero non trascurabile di posti di lavoro, in aggiunta ai 17 che verrebbero trasferiti al settore logistica (Dhl).

Sul fronte degli incentivi alla mobilità, i sindacati mostrano una contenuta soddisfazione, anche perché, segnala Marco Dalzoppo della Fim-Cisl, «i soldi non compenseranno mai la perdita di un posto di lavoro». In ogni caso, gli incentivi verranno assegnati a partire dal prossimo 1° settembre: la cifra più elevata, superiore ai 25mila euro, andrebbe ai lavoratori che lasceranno il posto tra due mesi; oltre 20mila euro incasserà che libererà il posto tra 8 mesi; poco più di 15mila euro, infine, verranno versati a chi se ne andrà allo scadere dei due anni di Cassa integrazione straordinaria (Cigs). Cassa che, per gli impianti mantovani, partirà dal gennaio 2014.

Andiamo quindi a riassumere la situazione della trattativa. La volontà del Gruppo Ufi Filters di trasferire all’estero, in particolare in Asia, l’attività produttiva, si tramuterebbe in 9 esuberi a Marcaria (su 27 dipendenti), 65 a Porto Mantovano (praticamente tutti i dipendenti tranne 4) e 130 a Nogarole Rocca (su poco più di 200). Di questi esuberi, 56 (17 a Porto e 39 a Nogarole) verrebbero assorbiti con il passaggio al settore logistica, pur mantenendo per due anni il trattamento contrattuale Ufi.

Oggi a Verona le parti si incontreranno di nuovo e potrebbero mettere nero su bianco l’accordo da approvare definitivamente. I sindacati, tuttavia, chiedono all’azienda un piano industriale per capire cosa accadrà dopo i due anni di Cigs, sperando che nel frattempo il settore auto (e Fiat in particolare) possa riprendersi.

Luca Ghirardini

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