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SE MANTOVA CON BRESCIA E VERONA...

Abolire le Province? Di più, via anche le Regioni. E’ l’idea della Società geografica Italiana, fondata a Firenze nel 1867, che di confini e territori se ne intende. Propone di ridisegnare l’Italia, ora suddivisa in 20 Regioni e 110 Province, istituendo 36 dipartimenti. In questo inedito panorama Mantova non è più aggregata a Cremona e Lodi - come prevedeva il decreto Monti - ma a Verona e Brescia. Un cambio di prospettiva radicale. Non più dunque orizzontale, a cavallo del fiume Po, ma verticale, verso il nord. Che ve ne pare? Per la nostra terra si aprirebbero nuove prospettive, visto anche il peso economico dei due partner, Verona e Brescia. Si potrebbe ipotizzare un’alleanza sullo sviluppo turistico del Lago di Garda e delle sponde del Mincio: dalla capitale dei Gonzaga al Monte Baldo, da Sabbioneta alla Val Sabbia. Un sogno? Visti i precedenti sarà dura far digerire le nuova aggregazione. Da una parte c’è il sindaco Sodano che un giorno sì e l’altro pure su Facebook tuona contro la Provincia, ente inutile da abolire, provocando la reazione del presidente Pastacci che, invece, la difende. E le fusioni tra i Comuni? A volte sono tormentate. A Bigarello, ad esempio, il progetto di matrimonio con San Giorgio sta creando un putiferio. Non sarà facile, con questo clima, avviare un ragionamento sensato. Restano i problemi irrisolti di un mini capoluogo sotto i 50mila abitanti che non è riuscito negli anni a fare l’unica cosa sensata: la Grande Mantova con i quattro comuni dell’hinterland. Quanto ai possibili tagli, è bene non fossilizzarsi sulla Provincia. La cura ne richiede tanti altri. Ugo La Malfa, leader del Partito Repubblicano, nei colloqui con Antonio Maccanico ribadì più volte che le Regioni sarebbero diventate moltiplicatori di clientele e spese improduttive. Guardando alla storia recente italiana, dalla Lombardia di Formigoni in poi, possiamo dire che aveva visto lontano. Ben vengano dunque nuove proposte per andare oltre i campanili. Mantova con Verona e Brescia sarebbe relegata al ruolo di Cenerentola? Può darsi, ma non è detto. E’ una bella sfida, a patto che ci sia qualcuno disposto a giocare fino in fondo la partita pensando all’interesse collettivo e non solo alla sua bottega. (p.b.)

di Paolo Boldrini
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