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Cassa integrazione alla Ghinzelli La speranza arriva da Brescia

Intesa con i sindacati per tre settimane di ammortizzatori sociali in vista di una rapida ripartenza. Trattative per la cessione con la Bresaole Pini: è l’azienda che voleva il maxi-macello a Manerbio

di Sandro Mortari
2 minuti di lettura

VIADANA. In liquidazione sì, ma con buone speranze di ripartire appena dopo le ferie. E senza conseguenze per gli operai, né dal punto di vista del numero né da quello del portafogli.

È l’esito dell’incontro avvenuto ieri, venerdì 9 agosto, tra la rappresentanza sindacale unitaria, la proprietà del macello Ghinzelli e Confindustria per trovare una soluzione che scongiuri la chiusura del prosciuttificio di Viadana, uno dei nomi storici dell’agro-alimentare mantovano e non solo. Dall’azienda c’è stata la comunicazione ufficiale che il macello è stato posto in liquidazione volontaria dopo anni di difficoltà, iniziate quando il prosciuttificio Brendolan, controllato al 38% dall’industria Ghinzelli e per il 62% dal Consorzio latterie Virgilio, ha cominciato a perdere quote di mercato, e culminate un mese fa con il rifiuto, da parte delle banche, del nuovo piano industriale dell’azienda veneta. Va detto che il macello Ghinzelli sconta una situazione di crisi che ha investito da tempo tutto il settore della macellazione, acuitasi nel febbraio scorso.

Con i sindacati è stato stretto l’accordo per tre settimane di cassa integrazione a partire da lunedì prossimo, in modo da pilotare in maniera indolore il passaggio della Ghinzelli da una proprietà all’altra e di cominciare con il nuovo assetto già dai primi di settembre, dopo le due settimane di ferie che sono iniziate proprio oggi.

Una buona notizia per i 120 dipendenti e i 90 delle cooperative di servizio, oltre che per la settantina di persone dell’indotto. All’orizzonte si profila l’affitto del ramo d’azienda ad un imprenditore che ha già manifestato il suo interesse, preludio per la definitiva cessione. Le bocche su chi sia l’acquirente rimangono rigorosamente cucite ma dallo stretto riserbo filtra un nome, quello del gruppo valtellinese Bresaole Pini. Era l’imprenditore interessato a impiantare un macello suini a Manerbio, in provincia di Brescia, salvo poi desistere.

Il suo interesse, quindi, si è spostato nel Mantovano, ma non solo (con il macello di Viadana acquisirebbe anche quello di Bertana nel Cremonese).

L’intesa raggiunta prevede tre settimane di cassa integrazione giusto per finire il mese di agosto. In questo periodo, però, ci sono le due settimane di ferie, per cui, resterebbe un pacchetto di giorni da spendere anche in settembre nel caso che le trattative per la cessione al nuovo imprenditore avessero bisogno di un po’ di tempo in più per andare in porto. Il 28 o il 29 agosto azienda, sindacati e Confindustria si rivedranno per fare il punto della situazione. L’ottimismo regna sovrano tra le controparti, a testimonianza che le trattative sono in uno stato avanzato, anche se con la liquidazione di mezzo e, quindi, con il tribunale a dettarne i tempi, non è ancora detta l’ultima parola. Per tutti sembra essere decisiva la prossima settimana, quando la trattativa dovrebbe entrare nel vivo. La Bresaole Pini sarebbe pronta ad affittare il ramo d’azienda mantenendo i livelli occupazionali, per cui la ripresa dell’attività dopo le ferie, oppure dopo le tre settimane di cassa integrazione, dovrebbe risultare al completo.

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