Saldi anticipati di un mese Ma Confesercenti dice no
La Regione prepara una legge per ampliare di 30 giorni il periodo degli sconti. L’associazione: «La sperimentazione non ha funzionato: consumi in ribasso»

MANTOVA. Confesercenti sul piede di guerra contro la possibilità per i negozianti di svolgere vendite promozionali 30 giorni prima della stagione dei saldi estiva e invernale. È quanto prevede un progetto di legge regionale presentato dai consiglieri del gruppo Pdl, Malvezzi e Gallera. Si tratterebbe in realtà del ripristino del provvedimento sperimentale avviato dalla regione con una legge che ha cessato di avere i suoi effetti lo scorso giugno.
Se il consiglio lombardo approvasse la normativa, i consumatori potrebbero avvantaggiarsi di vendite promozionale già un mese prima dell’avvio delle stagione dei saldi. Questo a partire, se l’iter dovesse essere veloce, dal prossimo novembre. Provvedimento che ha trovato il favore di Confcommercio e che invece è contestato da Confesercenti.
Il presidente regionale dell’organizzazione di categoria, Giorgio Ambrosioni, si è detto stupito e contrariato di fronte all’ iniziativa.
«E un provvedimento che Confesercenti ha fortemente contrastato indicando le pesanti ricadute sulle medie e piccole imprese commerciali, in particolare del settore moda – dice il vertice lombardo dell’associazione – e rappresenta un vero regalo alla grande distribuzione . Siamo per il ritorno a regole certe, che gioverà senza dubbio alla trasparenza dei prezzi, restituendo precisi punti di riferimento a commercianti e consumatori».
Confesercenti di Mantova ha fatto un’analisi della stagione dei saldi estivi. «I dati sono purtroppo ancora al ribasso. I segnali di ritorno della fiducia nelle famiglie e nelle imprese, francamente ancora non li vediamo – dice il presidente provinciale Rebecchi – Le vendite complessive dei saldi hanno il segno negativo per oltre il 60% dei commercianti della moda; luglio ed agosto sono stati mesi al ribasso per alimentaristi, gastronomie, pizzerie, ristoranti e bar. Anche le imprese che operano nei servizi escono da 8 mesi del 2013 con il segno negativo (-12%). I segnali di ripresa non riguardano il mercato interno. La ripresa riguarda le imprese con maggiori livelli di esportazione ma non il vero volano economico che è il mercato interno. Questa è anche la spiegazione della drammatica situazione della disoccupazione giovanile. Sotto i colpi della crisi, prima finanziaria, che ha coinvolto l’intero sistema bancario della provincia, poi quello economico che ha colpito prima imprese poi le famiglie, il tessuto imprenditoriale della provincia è in costante frenata».
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