Abusò delle nipotine: condannato a 5 anni
Due bambine tra i 10 e i 14 anni palpeggiate e costrette a guardare film porno dallo zio 27enne

MANTOVA. È finito alla sbarra con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di quattro bambine. Al termine dell’udienza preliminare, il giudice Gilberto Casari lo ha condannato a cinque anni di reclusione. Il procuratore capo Antonino Condorelli ne aveva chiesti otto. Si tratta di un 27enne di Castel Goffredo che continuerà a rimanere agli arresti domiciliari (omettiamo le sue generalità nel rispetto delle minorenni che potrebbero essere facilmente identificate). Le violenze sono andate avanti per mesi, ma solo nel marzo di quest’anno i carabinieri, grazie alla testimonianza di alcune delle giovanissime vittime, sono riusciti a mettere la parola fine a una vicenda orribile quanto squallida.
Le bambine, due di età compresa fra i dieci e i quattordici anni e due con meno di nove anni, appartenevano alla stessa cerchia familiare: nipotine e cuginette. Gli esami medici hanno escluso rapporti sessuali completi, ma il giovane, approfittando del fatto di appartenere alla stessa famiglia, è riuscito a catturare la loro fiducia. In più occasioni le avrebbe palpeggiate e con loro avrebbe guardato anche filmati a contenuto pornografico. Tali violenze, considerando l’età delle bambine, non potevano essere nascoste a lungo. Qualcuna di loro, infatti, ha cominciato a parlare e a raccontare cosa faceva lo zio.
Messo alle strette il 27enne ha confessato. Ha ammesso d’aver toccato le bambine ma solo quelle più grandi. Con loro, è stato accertato, non è stato violento al punto che anche le bimbe non lo hanno descritto come un orco. L’uomo, come accennato, si trova agli arresti domiciliari, in un’abitazione che si trova a non molta distanza da quella in cui si sono verificati gli episodi contestati. Una circostanza questa che non ha trovato d’accordo il procuratore capo che avrebbe voluto una distanza maggiore dalle vittime. Le bambine, ovviamente, sono state sentite e tutte hanno confermato il comportamento dello zio. Quest’ultimo, interrogato, oltre a confessare, ha chiarito che non aveva nessuna intenzione di fare loro del male. La sentenza è stata emessa al termine di un rito abbreviato, quindi con lo sconto di un terzo della pena.
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