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Operai Ies in corteo contro la chiusura

Sabato sfila la rabbia dai cancelli della raffineria alla sede della Provincia. I lavoratori chiedono alla città di partecipare alla manifestazione Venerdì nuova assemblea. E dal 14 scatta lo sciopero

Igor Cipollina
1 minuto di lettura

I lavoratori della Ies sono pronti a sfilare per le vie del centro, sabato mattina, e chiamano i cittadini alla mobilitazione generale. Per contarsi e dare una scossa agli ungheresi della multinazionale Mol, decisi a rimodulare la raffineria in deposito (la formula ufficiale è polo logistico). Lasciando a casa 350 lavoratori.

«La battaglia è della città» ripetono il lavoratori della rsu. Incoraggiati dal largo fronte istituzionale che si è cementato a Roma e dalla severità con la quale il direttore generale del ministero ha affrontato la proprietà. Piacevolmente sorpresi, i rappresentanti sindacali, di come l’addensamento di emozioni e idee stia producendo una strategia lineare. Senza intoppi né sbavature.

«Non so come la pensi, ma anche tu subirai un danno» recita il volantino che annuncia la manifestazione di sabato. E quel “tu” interpella tutti perché «l’economia mantovana perderà milioni di euro in redditi e conseguentemente in consumi». E anche perché «la fermata della raffineria comprometterà il piano bonifiche già avviato». Morale, non è tempo di voltarsi dall’altra parte: «Siamo preoccupati come te perché anche noi con le nostre famiglie viviamo a Mantova».

La chiamata è generale, estesa anche dagli altri colleghi del polo chimico e ai “cugini” della Burgo, l’appuntamento alle 8 davanti ai cancelli della raffineria. Il corteo si metterà in marcia un’ora più tardi, puntando su via Legnago per poi svoltare sul ponte di San Giorgio e andare incontro al profilo liquido di Mantova, appoggiato sulla linea del laghi. Quindi sarà un’infilata di piazze – Sordello, Broletto, Erbe, Mantegna, Marconi – fino a via Roma, dove il corteo sosterà davanti al municipio. Ultima fermata Palazzo di Bagno, in via principe Amedeo, per un colloquio con il prefetto Carla Cincarilli.

Della manifestazione di sabato e delle prossime mosse per alimentare il fiato sul collo degli ungheresi si parlerà domani mattina durante l’assemblea di fabbrica (aperta a una delegazione di lavoratori Versalis). Intanto è scattato il conto alla rovescia imposto dalla normativa per le “attività a rischio di incidente rilevante”: sarà sciopero da lunedì, quando gli impianti avranno raggiunto il minimo tecnico. Così per quindici giorni, secondo una rotazione che garantirà a tutti i turnisti il diritto di sciopero. In attesa della mossa successiva di Ies, riconvocata entro la fine del mese a Roma per motivare la propria decisione.

Irrevocabile ma debole, poco coraggiosa per una multinazionale dalle spalle larghe.

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