MANTOVA. Mantova capitale del cinema, e forse nel 2019 capitale europea della cultura, come il sindaco Nicola Sodano auspica consegnando a Giuseppe Tornatore il premio Fice - la federazione del cinema d’essai presieduta da Mario Lorini - al Bibiena pieno di attori, registi, produttori, distributori, esercenti.
Il regista siciliano emozionato, ricorda che 32 anni fa venne a Mantova per il congresso dell’Uca, i circoli Arci, partito da Bagheria in treno. L’autore del fortunatissimo “La migliore offerta” ha spezzato una lancia a favore dei giovani. «E’ vero, mi sono lasciato corteggiare da Arturo Paglia e Isabella Cucuzza della Paco cinematografica, che all’inizio mi sembravano troppo giovani, e ha fatto il film».
Con loro (premio Fice) e con la la Warner Bros (premiato Thomas Ciampa). Una squadra che vince non si cambia e l’anno prossimo farà un altro film con loro. Di sceneggiature nel cassetto ne ha tante, ha ammesso interrogato da Di Rienzo. «Il mio mestiere è proprio inventare storie, scriverle e lasciarle da parte. La possibilità di farne un film è l’eccezione».
Il premio al regista che vinse l’Oscar con “Nuovo cinema Paradiso” chiude una serata ricca di emozioni. Come l’abbraccio tra Rocco Papaleo e Giuseppe Battiston. Papaleo ha appena consegnato i premi e dal palco saluta «l’attore che amo di più: Battiston, vorrei diventare grande come lui, ma non è solo questione di alimentazione». Detto da un emergente come Papaleo (oggi gli operatori vedranno “Una piccola impresa meridionale” dopo il successo di Basilicataoast to coast) il complimento è speciale.Del resto il friulano Battiston insieme al suo regista Matteo Oleotto - premiato da Paolo Protti - ha ricevuto una vera ovazione. Il pubblico lo ama moltissimo e si è mostrato felice che finalmente abbia girato un film tutto suo, da protagonista. Di più: Oleotto spiega che ha lavorato a quel progetto per 5 anni, di cui 4 con Battiston e il film porta molto di entrambi. «Volevamo raccontare la nostra terra in modo non patinato».
Emozionante anche l’attrice Jasmine Trinca (Miele e Un giorno devi andare e ora reduce dal set di The gunman, con Sean Penn). Premiata come attrice dell’anno, ammette che Miele con un personaggio femminile tanto raro, è arrivato per lei al momento giusto e la regista Valeria Golino le ha fatto scoprire registri diversi di interpretazione.
Attore dell’anno invece Francesco Scianna (lanciato da Tornatore in Baaria e interprete in Vallanzasca, l’Industriale e prossimamente ne I milionari di Alessandro Piva). Lui, che pure è di Bagheria, dice di aver scoperto la propria terra grazie a Tornatore. Come autore indipendente dell’anno viene premiato Claudio Giovannesi (Alì ha gli occhi azzurri) e come autore europeo Uberto Pasolini. Il suo Still Live, ieri è molto piaciuto agli operatori. E’ il suo secondo film, dopo Machan, «io sono un produttore», spiegava ieri. Nipote di Luchino Visconti, «che ho solo visto una volta, eravamo 7 nipoti», racconta, vive da 43 anni a Londra dove era andato per studiare.
«Mia nonna era mantovana, una Arrivabene, sono appena stato al cinimitero a Rivalta». Poi precisa: «Arrivabene quelli giusti, so che c’è stato anche un fascista, ma non c’entra con noi». E al Bibiena promette che tornerà a Mantova «quando riaprirà il castello, per vedere il Mantegna. Fate in fretta». Premiati anche la sceneggiatrice Francesca Marciano (Io e te, Viaggio sola e Miele); il montatore Jacopo Quadri (Io e te, Sacro GRA, Piccola patria); “Amour” di Michael Haneke e “Tra cinque minuti in scena” di Laura Chiossone. (maf).