Dal 2008 undicimila licenziamenti ll sindacato: sciopero generale
Cgil, Cisl e Uil hanno riunito i direttivi in seduta comune: sul tavolo l’ipotesi di fermata in tutta la provincia per quattro ore. Lo sciopero è previsto per il 31 ottobre. Per la conferma manca solo il via libera della questura. Secondo i sindacati dal 2008 a oggi si sono avuti ben 11mila licenziamenti (in parte riassorbiti) che hanno impoverito il tessuto industriale di Mantova e provincia
di Nicola Corradini
MANTOVA. Dopo il corteo contro la chiusura della raffineria, che sabato mattina ha portato sotto gli occhi della città il dramma di chi è a un passo dal perdere il lavoro, i sindacati confederali discutono l’ipotesi di proclamare uno sciopero generale sull’emergenza lavoro. Sul lavoro che non c’è più, sia chiaro. Negli ultimi anni, dal 2008 ad oggi, tra città e provincia i licenziamenti sono stati oltre gli undicimila. In parte riassorbiti, certo, ma l’impoverimento del tessuto produttivo è evidente.
Una situazione da allarme rosso (che per la verità non scatta soltanto oggi) che ha spinto Cgil, Cisl e Uil a convocare i tre direttivi provinciali per un’assemblea unitaria nella sede della Cgil. Non succedeva da anni. Nella sala Motta al primo piano della Camera del lavoro di via Altobelli si sono riuniti almeno un centinaio di dirigenti sindacali.
Si è parlato di Ies-Mol, naturalmente, ma non solo. C’è la Burgo, la Reni, Mps. C’è, insomma, il quadro generale di una profonda crisi produttiva, iniziata anni fa con il settore tessile, che ha minato profondamente la struttura economica e occupazionale di città e provincia senza far prevedere sbocchi in nuovi settori produttivi.
L’assemblea è servita a fare il punto della situazione, certo. Ma da una riunione di quella portata i vertici confederali vogliono ottenere di più, vogliono lanciare un segnale alle istituzioni locali, alla Regione e a Roma per far capire che la situazione di quella che, un tempo, era una delle province simbolo del ricco Nord (il famoso modello della microimpresa presentato come immune alla stagnazione e sempre in grado di dare risposte dinamiche agli stimoli del mercato, sembrano analisi appartenenti ad un alto mondo, eppure risalgono solo allo scorso decennio) è grave.
Certo, i sindacati sanno bene che il nostro territorio non è l’unico a subire la corrosione del settore produttivo e proprio per questo vogliono mettere sotto i riflettori anche le nostre fabbriche che chiudono. In Sala Motta sono stati snocciolati dati e analisi, ma verrà anche proposto uno degli strumenti classici del mondo sindacale per portare all’attenzione di politica e opinione pubblica i problemi più drammatici: lo sciopero generale.
La data a cui si pensa è il 31 ottobre. Non è una decisione già presa, va detto, perché prima serve l'autorizzazione della Questura. Il fronte sindacale è comunque unito dopo tanti anni, perché uno sciopero generale organizzato solo da alcune sigle, in questa circostanza, non avrebbe senso.
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