Virgilio e Borgoforte quasi sposi Bigarello-San Giorgio: è rebus
Gli anti fusione di Montanari festeggiano, ma sarà la Regione a decidere. E la legge sulle aggregazioni è tutta da interpretare
MANTOVA. «Se la Regione non rispetterà la volontà popolare, siamo pronti a bloccare le strade con i tratto-ri». Stefano Montanari, promotore del comitato anti fusione di Bigarello, mette le cose in chiaro. Il giorno dopo il referen-dum è tempo di festeggiamen-ti, con la maxi risottata che si è tenuta ieri sera alla polisportiva di Gazzo, ma anche di pianificare la prossima battaglia. Dall’urna è uscito un verdetto contrastante: Bigarello ha detto no alla fusione, San Giorgio sì. E allora bisogna mettere le mani avanti, avvertire che gli anti fusione sono pronti a tutto.
Per capire cosa aspettarsi nel- le prossime settimane, servireb be un indovino. Partiamo dalle certezze. Per Virgilio e Borgoforte la strada della fusione è or mai spianata, visto che in entrambi i casi ha prevalso il sì. È vero anche che l’affluenza in entrambi i paesi è stata bassa, ma bi sogna considerare che la con sultazione di domenica non ri chiedeva il quorum. Quindi i sindaci Alessandro Beduschi e Giancarlo Froni possono dor- mire sonni tranquilli.
Diverso il discorso per San Giorgio e Bigarello. L’unico appiglio legislativo che può aiutare a chiarire la situazione è l’articolo 9 della legge regionale 29 del 15 dicembre 2006, in cui vie ne detto che «i risultati del referendum sono valutati sulla base sia del risultato complessivo sia degli esiti distinti per ciascuna parte del territorio diversa- mente interessata». Un appiglio, si diceva, ma non certo un chiarimento. Insomma, la partita resta aperta. «L’unico paese in cui l’affluenza è stata alta è Bigarello e ha vinto il no – è l’interpretazione di Montanari - quindi la Regione non può permettersi di fondere i due Comuni contro la volontà dei cittadi ni. Sarebbe un atto non democratico».
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