Una diga attraverso il Mincio. Cresce la protesta a Volta
La traversa lunga trenta metri e alta due e mezzo servirà per una futura centrale idroelettrica. Dubbi sulla localizzazione, vicina a mulini storici del Cinquecento. Al via una raccolta di firme
di Francesco Romani
VOLTA MANTOVANA. Una centrale idroelettrica in uno dei punti più belli del Mincio, a nord di Pozzolo, caratterizzato da antichi mulini del ’500. Un edificio moderno che svetterà fuori dalle rive, oggi completamente naturali e boscate. Una colata di 4.500 metri cubi di cemento e una traversa in metallo, una diga, in sostanza lunga 30 metri ed alta 2 e trenta, che attraverserà tutto il fiume per creare il salto d’acqua necessario a muovere le turbine idrauliche, ma che provocherà il rallentamento delle acque, che diventeranno quasi stagnanti invece di correnti.
Il progetto, in fase di esame da parte della Provincia di Mantova sta suscitando più di un dubbio. Nelle prossime settimane partirà una petizione per chiedere che si fermi l’iter, e che si apra una riflessione seria sull’argomento coinvolgendo cittadini ed associazioni, sinora tenute praticamente all’oscuro. Il progetto è stato proposto dalla ditta HPE S.r.l. di Caprino Veronese alla quale è stata rilasciata nel febbraio 2013 una concessione idrica per derivazione di acque superficiali ad uso idroelettrico dal fiume Mincio in località Pozzolo. La portata media sfruttata sarebbe di 36 metri cubi al secondo con un salto sfruttabile di 2,80 metri tale da generare una potenza di 994 kilowatt.
La ditta ha consegnato il progetto esecutivo nei primi giorni di settembre 2013. La documentazione è ora al vaglio dei tecnici della Provincia di Mantova. Il sito interessato dal progetto si trova all'interno del Parco del Mincio, su un isolotto a nord dei Mulini di Volta Mantovana. Il progetto insiste in gran parte su Marmirolo, ma per le particolari caratteristiche del territorio l'accesso al cantiere e parte di esso dovrebbero avvenire sul comune di Volta. L'intera zona è classificata di forte rilevanza paesaggistica, di indubbio interesse naturale e rappresenta nel contempo un simbolo per l'intera comunità Voltese e Marmirolese.
Tra i primi a muoversi, il proprietario dell’area della Villa dei mulini, Jacopo Angelini: «Abbiamo scoperto per caso il progetto – spiega – anche se siamo direttamente coinvolti visto che abbiamo ricevuto dalla Provincia la comunicazione di avvio delle procedure di esproprio di 800 metri quadri. Secondo noi, è assurdo fare una diga in questo posto. Si deturperà uno dei più bei paesaggi del Mincio, dove ci sono edifici del ’500 ai quali si affiancherebbe un’attività industriale di produzione energia che danneggerà l’ecosistema perché il deflusso dell’acqua, fermato dalle paratoie, passerebbe dagli attuali 7 metri cubi al secondo a 0,5 creando l’impaludamento del ramo secondario»
Per questo nei prossimi giorni partirà una raccolta di firme. «Abbiamo molti dubbi – spiega il presidente Pro Loco Mauro Segna – sulla reale utilità di un impianto in quel posto. Per noi è decisiva la tutela dell’ambiente naturale».
Ed anche l’associazione per il Parco delle colline moreniche si schiera a difesa della naturalità del fiume il cui corso sarebbe modificato da questro impianto, il più grande sull’asta del Mincio.
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