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In trecento marciano nel nome della pace FOTO

Giornata diocesana dedicata all'incontro tra genti e religioni. A Piedi da piazza Sordello a Sant'Andrea. Busti: serve più dialogo

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MANTOVA. «Viva la pace, abbasso la guerra». Per le vie del centro, ieri pomeriggio, ha risuonato con forza questo sempreverde e condivisibile messaggio che inneggia all’incontro tra culture e popoli differenti. La giornata diocesana aveva come interlocutori gli esponenti delle comunità islamica e buddista. Un’iniziativa della Chiesa volta al dialogo interreligioso e che si è sviluppata in un percorso per le vie del centro.

Una colorata colonna di persone, munite di bandane e bandiere inneggianti la pace, partendo da piazza Sordello è giunta in piazza Mantegna di fronte alla concattedrale di Sant’Andrea dove aspettava il vescovo Roberto Busti. Prima era stato dato spazio ai versetti del Corano in piazza Martiri di Belfiore e alla meditazione del Buddha sul Rio. Uno dopo l’altro, i passi hanno condotto alla Loggia del Grano, tappa che più di ogni altra è riuscita a trasmettere il significato della giornata grazie ai giovani di Azione Cattolica. Con dialoghi a coppie, e domande da porre all’altro possibilmente sconosciuto, i ragazzi hanno sottolineato l’importanza del coraggio e del rispetto nel confrontarsi con tutti.

«Dialogo vuol dire provare concretamente a mettersi in gioco, conoscersi e soprattutto comprendere» hanno spiegato gli organizzatori di Azione Cattolica. A ogni tappa è stato consegnato un pezzo colorato di un piccolo puzzle (rappresentante un gruppo di persone che con la mano nella mano formano un cerchio) che ha fatto da riferimento simbolico all’esperienza di incontro tra religioni e culture

. Nell’avvicinarsi a Sant’Andrea, «con la pace nella testa» testimoniata dalla bandana colorata sul capo di ciascuno, il gruppo di manifestanti si è triplicato, passando da circa un centinaio a trecento ed è stato calorosamente accolto dal suono delle campane in festa. In festa poiché la giornata di ieri ha rappresentato una tradizione che la Chiesa mantovana propone da anni per sensibilizzare, soprattutto i giovani, al tema della pace, condiviso quest’anno in ambito interreligioso a simboleggiare la volontà di dialogo, confronto «poiché comunicare l’un l’altro, scambiarsi informazioni è natura; tenere conto delle informazioni che ci vengono date è cultura»

. «Noi oggi non abbiamo solo manifestato, ma abbiamo anche iniziato a costruire il dialogo facendo in modo che le differenze potessero superare le divergenze in nome di un comune e condiviso cammino di pace» ha concluso il vescovo in coda alla riflessione spirituale. Attraverso fiaccole che sono state accese si voluto cercare un simbolo della necessità di dialogo tra religioni differenti, «poiché il Padre che è nei Cieli vuole che i propri figli siano sempre in pace». Isacco Razk

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