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Il 29 marzo Mantova riaprirà la Biblioteca Teresiana FOTO

A 234 anni dalla sua costruzione voluta dall’imperatrice d’Austria Maria Teresa, la biblioteca Teresiana in via Ardigò, chiusa dal 1996 per lavori di restauro, riaprirà il 29 marzo. Mantova e la cultura torneranno così a godere di uno dei suoi gioielli, conosciuto e ammirato in tutta Europa

Maria Antonietta Filippini
2 minuti di lettura

MANTOVA. La Biblioteca Teresiana riaprirà il 29 marzo, dopo una chiusura di 18 anni. La biblioteca voluta dall'imperatrice austriaca cui è dedicata, infatti, è chiusa dal 1996. Soltanto in rarissime occasioni è stato possibile per il pubblico visitare le due grandi sale settecentesche, con gli arredi lignei a parete e i balconi. Il 29 marzo, un sabato, ci sarà la cerimonia ufficiale, e l'indomani, 30 marzo, si terranno visite guidate per la cittadinanza con gli Amici di Palazzo Te. La data scelta per la riapertura, annunciata dal sindaco Nicola Sodano all'Accademia Virgiliana, ha un motivo preciso. La Biblioteca Teresiana fu infatti inaugurata il 30 marzo 1780 e sarà riaperta nel suo 234° compleanno.

L'apertura della Imperial Regia Biblioteca rientrava nel vasto programma di riforma delle istituzioni culturali ed educative del Lombardo Veneto con cui Maria Teresa d'Austria affermava il dominio asburgico in campo culturale. Mantova doveva "dimenticare" la tradizione di cultura e biblioteche dei Gonzaga e degli ordini monastici: Tra questi spiccava la Compagnia di Gesù alla quale i signori mantovani avevano demandato la formazione superiore e universitaria sin dal suo insediamento nel 1584. Un compito che i Gesuiti svolsero fino al luglio 1773, decisa da papa Clemente XIV.

Dunque il governo dell'imperatrice Maria Teresa, dopo aver favorito la rinascita dell'Accademia di scienze, lettere e arti (oggi Accademia Nazionale Virgiliana) e la creazione dell'Orto botanico di storia naturale, istituì la biblioteca pubblica della città su progetto dell’architetto Paolo Pozzo in due sale dell’ex Collegio gesuitico. Nello stesso periodo di fine Settecento, il governo austriaco portava a compimento la riforma del sistema delle biblioteche pubbliche, inaugurando la Braidense di Milano, le Biblioteche di Cremona, di Como, di Lodi e l’Universitaria di Pavia.

Queste, come tutte le biblioteche degli Stati preunitari, divennero statali con l’Unità d’Italia. Solo la Teresiana, nel 1881, fu concessa dal Regno d’Italia al Comune di Mantova. In città infatti era ancora forte il sentimento antiasburgico (la memoria dei Martiri di Belfiore era vivissima) e dare la Teresiana alla municipalità era una sorta di risarcimento. Basti pensare che nel 1848, durante i moti risorgimentali, un gruppo di intellettuali e storici mantovani progettò di costituire nel palazzo una biblioteca civica più vicina alla comunità mantovana di quanto non fosse la Imperial Regia.

Ricordiamo che la Teresiana si trova in via Ardigò e fa parte dell’enorme complesso dei Gesuiti, frutto di due secoli di ampliamenti, aggregazioni di nuovi palazzi, ristrutturazioni e congiunzioni. Quando i Gesuiti furono cacciati avevano un convento (oggi l’Archivio di Stato), un Collegio Nuovo, che poi ospitò la Biblioteca e il Museo antiquario delle antichità greco-romane, e il palazzo degli Studi, oggi liceo classico Virgilio.

Il Museo voluto da Maria Teresa ospitava le statue greco romane, requisite dal governo austriaco in tutta la provincia, con la collezione più importante che era quella di Vespasiano Gonzaga a Sabbioneta. Oggi il contenuto del museo è in palazzo Ducale. La galleria che ospitava il museo teresiano dal 1930 è stata ceduta alla Biblioteca. In quel tempo fu tramezzata, ricavandone uffici e sale. Nel 1996, dovendo intervenire per sostituire gli impianti non a norma, fu completamente sgombrata. Ma i lavori che avrebbero dovuto durare qualche anno, di fatto si concludono completamente solo adesso. Nel 1999 intanto era stata aperta la Biblioteca Baratta e la Teresiana restava riservata ai manoscritti, ai testi antichi e ai fondi.

«Per festeggiare la riapertura - afferma l’assessore Marco Cavarocchi - verrà aperta una mostra sulla Tipografia a Mantova nel quattrocento, a cura di Pasquale Di Viesti. Poi altre seguiranno per tutto l’anno, su un progetto del direttore Cesare Guerra. Eventi particolari sono previsti in occasione del Festivaletteratura, con anche momenti musicali a cura del Conservatorio». (maf)

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