Lacrime e orgoglio in piazza Sfilano 150 ucraine VIDEO
Domenica 150 donne ucraine in corteo dal Gradaro fino a piazza Mantegna. "Yanukovich se n'è andato ma non è finita"

MANTOVA. «Gloria all’Ucraina, gloria agli eroi». È questo il grido che ha accompagnato ieri pomeriggio la manifestazione della comunità ucraina per le vie di Mantova. Sono quasi tutte donne, moltissime sono badanti e non vogliono perdere l’occasione per dare tutto il loro sostegno per gli scontri di piazza che hanno portato l’altro ieri alla deposizione del presidente Viktor Yanukovich. È una manifestazione combattuta tra la voglia di tirare un sospiro di sollievo per la fine di un regime che assomigliava sempre più ad una dittatura e il dolore per quel centinaio di ragazzi morti, uccisi a Maidan perché si potesse ottenere questo risultato epocale.
Il corteo parte dalla parrocchia del Gradaro, dove padre Taras ha celebrato nella mattinata la messa di rito greco cattolico, e si spinge poi verso il centro storico attirando la curiosità dei passanti. Si alza forte il canto dell’inno nazionale ucraino: «Non è ancora morta la gloria dell’Ucraina, né la sua libertà». Sono parole che descrivono bene lo stato d’animo di tanti ucraini in queste ore. Lungo il percorso altre manifestanti si uniscono al serpentone. Sventolano bandierine ucraine, si uniscono ai cori e percorrono con le connazionali via Roma: in piazza tante altre stanno aspettando la manifestazione, tra loro ci sono anche rappresentanti della comunità georgiana, che pure ha partecipato agli scontri di Maidan perdendo un ragazzo ucciso dal regime.
Sui gradini della basilica di Sant’Andrea oltre 150 persone si radunano in un grande cerchio. Cantano l’inno, ma anche le canzoni della tradizione e del culto: pregano per i morti, che sono acclamati eroi nazionali. Non tutto però ancora è risolto e da più parti si rincorrono gli inviti alla prudenza: si prega anche perché il processo che è iniziato sabato possa davvero portare il cambiamento che tutti in piazza Mantegna, e in tantissime altre piazze in tutta Europa, stanno aspettando.
Ad organizzare la manifestazione di ieri è stato un gruppo di ragazze. Tra loro Natalia, 23 anni, che racconta la sua storia: «Sono arrivata tre anni fa – ricorda – per cercare le opportunità che nel mio Paese non avevo. Da allora aiuto in casa una signora, Ida, che mi ha insegnato a leggere e scrivere in italiano: non è il lavoro per cui ho studiato, dato che mi sono diplomata contabile, ma è comunque l’ occasione per guadagnare e vivere libera. Un giorno, quando l’ Ucraina si sarà stabilizzata e sarà un Paese migliore, sogno di tornare e riprendere gli studi per laurearmi finalmente come contabile e iniziare lì una nuova vita».
Vincenzo Bruno
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