Colpo di scena al processo Montedison Il piemme Tamburini abbandona
Al suo posto oggi in aula si sono presentati il procuratore Antonino Condorelli e il sostituto procuratore Alberto Sergi: «Ha chiesto di astenersi per gravi ragioni di convenienza. Il processo continua senza variazioni di calendario». Il pubblico ministero lascia dopo quasi quattro anni di udienze e otto anni di indagini

MANTOVA. Il piemme Giulio Tamburini ha abbandonato il processo Montedison sulle morti al petrolchimico dopo quasi quattro anni di udienza e a sette mesi dalla sentenza. Il colpo di scena si è verificato questa mattina quando in Tribunale, all’udienza programmata, si sono presentati il procuratore Antonino Condorelli e il sostituto procuratore Alberto Sergi: «Sostituiremo Tamburini da qui alla fine del processo e non chiederemo alcun cambiamento nel calendario delle udienze» ha dichiarato Condorelli.
Nessun avvocato della difesa ha presentato eccezioni, per cui il processo dovrebbe andare avanti regolarmente con la discussione che comincerà a maggio e si concluderà a giugno, e la sentenza prevista a settembre. «E’ un’astensione tecnica» ha detto tamburini a ai cronisti che gli chiedevano il motivo del suo abbandono. «Tamburini - si è limitato ad affermare il procuratore Condorelli - ha chiesto di astenersi per gravi ragioni di convenienza come recita il codice penale. Io le ho esaminate e le ho ritenute giustificate».
Il processo, che vede sul banco degli imputati 16 tra ex manager di Montedison accusati di omicidio colposo per la morte di 72 operati tra il 1970 e il 1989, è iniziato nel marzo del 2010 e Tamburini era stato il piemme che aveva portato avanti le indagini per otto anni assieme a Marco Martani, poi nominato capo della procura di Pordenone.
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