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Allarme dissesto idrogeologico nei Comuni mantovani e in 45 scuole

Drammatico rapporto dell’Ance Lombardia sullo stato del territorio nel Mantovano. Il rischio idrogeologico riguarda ben 42 Comuni mantovani con 45 scuole in condizioni precarie, situate cioè su terreni fragili. Dal 2001 a oggi le abitazioni a rischio sono aumentate del 20%

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MANTOVA. Oltre quarantamila cittadini mantovani abitano in zone ad elevata criticità idrogeologica. In particolare, nei 42 Comuni coinvolti, risultano essere in questa condizione 16.919 famiglie e 18.656 abitazioni. Di più: il rischio va a toccare anche immobili come scuole e ospedali. Gli edifici scolastici sono infatti 45, con 784 addetti interessati, gli ospedali 6, con 459 addetti.

Per non dire delle industrie, che sono 419 con 5.004 addetti. Numeri che danno l’idea di un problema enorme, presentato ieri a Milano in tutta la sua gravità nel corso del focus Lombardia del rapporto 2013 sullo stato del rischio del territorio italiano, curato da Ance Lombardia (l’associazione dei costruttori edili legata a Confindustria), Legambiente Lombardia, Consulta regionale degli architetti, Ordine dei geologi lombardi e curato da Cresme ricerche.

A livello regionale, gli abitanti a rischio sono circa 580.000 (il 6% della popolazione). Dai dati emerge che è il 9% della superficie regionale a essere a rischio e in queste aree si trovano 99.000 edifici residenziali, 623 scuole, 50 ospedali e oltre 5.000 industrie. Numeri che sono cresciuti dal 2001 a oggi: in provincia di Mantova, infatti, le abitazioni a rischio sono aumentate del 20 per cento, e gli edifici del 6,7 per cento.

Va detto che, almeno negli ultimi sei anni, i rischi in questione, nel Mantovano, non si sono per fortuna concretizzati: dei 125 eventi di dissesto idrogeologico rilevati dal 2009 ad oggi, e che hanno coinvolto 106 Comuni, con 633 sfollati e due vittime, nessuno si è verificato nella nostra provincia.

Il rapporto - presentato dal direttore di Cresme ricerche, Lorenzo Bellicini - ha descritto anche il quadro del rischio sismico significativo in Lombardia, che interessa soprattutto le province orientali, per un 3,5% del territorio totale. Nessun Comune mantovano è tra i 41 considerati a rischio medio, mentre sono 21 quelli a rischio basso e 49 quelli a rischio trascurabile.

La popolazione esposta al pericolo di terremoto è di 172.773 abitanti che vivono in 38.885 edifici residenziali e in queste aree si trovano 14.166 attività economiche con 47.199 addetti e tra queste vi sono 180 scuole e 16 ospedali.

Un commento allarmato è giunto dal coordinatore del Centro studi Ance Lombardia, il mantovano Gianluigi Coghi: «Il quadro che è stato dipinto riguardo al rischio idrogeologico in Lombardia è molto preoccupante - ha sottolineato l’imprenditore - e i rappresentanti di architetti, geologi e ambientalisti hanno rincarato la dose. Ebbene, dalle nostre analisi risulta una riduzione sostanziale delle risorse destinate alla politica ordinaria di manutenzione del territorio e prevenzione del rischio per passare ad un intervento straordinario che, tuttavia, presenta alcune criticità. Regione e ministero hanno siglato l’accordo per la programmazione, il finanziamento e l’attuazione degli interventi. Ma circa il 78% di questi interventi non ha ancora visto l’apertura dei cantieri. I soldi, 217 milioni, ci sono, in buona parte, 169 milioni, sono già stanziati: ora vanno spesi rapidamente».

Coghi, inoltre, chiede l'esclusione degli investimenti per la prevenzione dal patto di stabilità interno degli enti territoriali. «Il patto - ha evidenziato il costruttore - blocca circa un miliardo di euro in Lombardia. Le regole fissate da Bruxelles per il patto di stabilità vengono declinate in maniera molto opinabile in Italia. Poi bisogna rafforzare la regia centrale per il monitoraggio dell'attuazione; definire tempi rapidi e certi per l'utilizzo delle risorse; assicurare gare trasparenti e veloci; ricostituire il tessuto imprenditoriale specializzato».(l.g.)

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