Assenteista al Poma: condannato a due anni
L’impiegato dell’azienda ospedaliera timbrava il cartellino pur non trovandosi al lavoro. Un testimone: «L’ho visto in un bar del centro»

MANTOVA. Due anni e pena sospesa ma a patto che risarcisca cinquemila euro di danni all’ospedale Carlo Poma di Mantova, di cui è ancora dipendente. La condanna è stata inflitta ieri mattina a Maurizio De Simone, 44 anni, accusato di truffa. In numerose occasioni avrebbe timbrato il cartellino pur non trovandosi al lavoro.
Tra i testimoni d’accusa, sentiti nelle scorse udienze, la responsabile della farmacia dell'ospedale, Angela Saccardi e l'allora dirigente dell'area economico-finanziaria, Damiano Vicovaro.
Le prime segnalazioni alla direzione amministrativa dell'ospedale sono arrivate nel marzo del 2008 quando De Simone sarebbe risultato assente per tutto il mese - ad eccezione di due giorni - benché dal cedolino risultasse presente.
Così come, almeno su carta, risultava al lavoro tra il gennaio e il giugno del 2009, benché in alcuni giorni il suo ufficio rimanesse vuoto e la porta chiusa a chiave.
«Una mattina, il 21 maggio 2009, una dipendente, collaboratrice di De Simone lo ha visto al bar Sociale, benché lui avesse timbrato regolarmente e quindi si dovesse trovare in ufficio» ha raccontato Vicovaro.
Nell’aprile del 2008 De Simone lavorava per la farmacia dell’ospedale: doveva caricare e scaricare i medicinali e occuparsi di quelli scaduti. Una mansione che non prevedeva l’allontanamento dall’ azienda ospedaliera. In un’occasione alla dirigente che gli chiedeva conto della sua assenza lui rispose: «Se hai bisogno di me fammi un fischio o cercami ». Pare anche che sia stato visto passeggiare, sempre in orario di lavoro, sotto i portici del centro. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a un anno e sei mesi più 1.200 euro di multa. La difesa, rappresentata dall’avvocato Luca Faccin, l’assoluzione.
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