Sos per il Polirone: servono 200mila euro o addio lavori
La basilica del Polirone di San Benedetto Po, ferita del terremoto, ha bisogno entro il 15 maggio di 200mila euro, altrimenti rischia l’interruzione dei lavori. Si allontana la speranza di riaprire la basilica il 19 ottobre 2014, anniversario della riconsacrazione dopo i lavori di Giulio Romano. L’allarme arriva dal parroco don Albino Menegozzo

MANTOVA. Serve un aiuto economico per la Basilica abbaziale del Polirone. Il parroco don Albino Menegozzo ha lanciato l'allarme sulla preoccupante situazione finanziaria, illustrando l'iniziativa "Riapri Basilica e Oratorio" proposta con lo slogan "Garantisci 1, 5, 10 mq di Basilica; assicura 10, 100, 1000 mattoni di Oratorio".
"Per pagare i lavori in atto da quattro mesi - ha esordito don Albino - la parrocchia ha dato fondo a tutti i suoi risparmi ed ha potuto contare su un contributo di 150mila € della Fondazione Bonoris e di 60mila € donati da alcune parrocchie lombarde e dai residenti, per un totale di 346mila euro. Ma questa cifra è molto lontana dalla stima del bisogno complessivo, che per la Basilica è valutato in altri 335mila euro".
Un aumento del costo iniziale non indifferente, ma motivato dal direttore dei lavori, architetto Pavesi, con la modifica della progettualità in corso d'opera, per la gravità delle lesioni provocate dal sisma venute in luce progressivamente e per le difficoltà dell'intervento su un monumento storico.
Il parroco ha fatto presente che entro il 15 maggio c'è il bisogno di recuperare circa 200mila € per la rendicontazione che dà diritto ai fondi europei; altrimenti si rischia l'interruzione dei lavori e si allontana la speranza di riaprire la Basilica la domenica 19 ottobre, anniversario della riconsacrazione dopo i lavori di Giulio Romano.
Da qui l'idea di un appello diretto, di un'iniziativa forte, che si rivolga non solo ai parrocchiani sambenedettini ma anche alle parrocchie e ai cittadini del Mantovano che, non avendo subito danni per il terremoto, siano in grado di dare un contributo per il pieno recupero della Basilica giuliesca, dalle forme rinascimentali ma ricca di testimonianze d'arte precedenti, come i mosaici romanici di S. Maria o le linee gotiche del tiburio.
"Per questo - ha spiegato il parroco - abbiamo aperto una sottoscrizione che prevede la modalità della donazione gratuita liberale, ma anche il prestito a zero interessi con restituzione da uno a tre/quattro anni attraverso un versamento diretto, oppure attraverso un bonifico alla Banca Popolare Emilia Romagna. (oriana caleffi)
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