La Domenica / Un giornale da 350 anni con un’anima
«Date anche buone notizie. Siamo già abbastanza depressi guardando la televisione, risollevateci un po’ il morale!»...
Paolo Boldrini«Date anche buone notizie. Siamo già abbastanza depressi guardando la televisione, risollevateci un po’ il morale!»
Oggi cominciamo da qui la nostra riflessione domenicale, dall’appello di una lettrice incontrata a Cavriana in uno dei tanti appuntamenti sulla storia della Gazzetta. In pochi secondi una donna qualsiasi ha mandato in crisi uno schema mentale applicato in automatico e, a quanto pare, sbagliato per alcuni.
Il mondo della carta stampata è affollato di luoghi comuni: «Bad news, good news», «Fa più rumore un ramo che cade di una foresta che cresce». Scagli la prima pietra chi, tra noi, non ha mai calcato la mano su un titolo o una locandina, pensando di acchiappare un lettore in più.
I risultati non sono scontati.
Diamo anche buone notizie, anche se spesso sono da cercare con il microscopio. Una c’è stata, giorni fa, in casa nostra. Con un pizzico di orgoglio possiamo dire di aver organizzato giovedì una bella serata in ricordo del terremoto di due anni fa. Una forma semplice, ma efficace.
Testimonianze di persone coinvolte a vario titolo in una tragedia: il vescovo Roberto Busti che ha camminato tra le macerie delle sue chiese, il sindaco di Moglia, Simona Maretti, che ha ricordato la grande solidarietà ricevuta in quei giorni in cui crollava tutto, soprattutto la fiducia.
Poi due giornalisti impegnati sui fronti più caldi: Enrico Grazioli a Modena con la sua Gazzetta e il sottoscritto a Ferrara con la Nuova. Interventi a braccio, intensi, che uscivano dal cuore, in parte improvvisati.
Poi un bellissimo concerto della Piccola Orchestra Nuvolari, un gioiellino cresciuto al conservatorio Campiani, un’eccellenza della città. Basta una buona idea, a volte, per creare un evento e richiamare tante persone.
Basta il coraggio di uscire dalla banalità, di non inseguire a tutti i costi le mode. È questa oggi la buona notizia: i giornali che hanno un’anima, mantengono un legame forte con i lettori, sanno approfondire i problemi scavando dietro l’apparenza, avranno lunga vita. La Gazzetta di Mantova, perdonate la presunzione, un’anima ce l’ha. Da 350 anni.
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