Farmaci vietati per bovini e suini: 110 allevatori sotto inchiesta
Al vaglio della procura le richieste di rinvio a giudizio. Indagine su tre province con altri 90 operatori nei guai
MANTOVA. Duecentouno allevatori indagati - 110 sono mantovani - per reati che vanno dal maltrattamento sugli animali alla somministrazione di farmaci scaduti o custoditi in maniera irregolare fino alla ricettazione. Decine e decine di perquisizioni e 4mila confezioni sequestrate per un valore sui 280mila euro. È la conclusione dell’inchiesta avviata tre anni fa dal Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale della Forestale di Reggio e coordinata dal procuratore di Mantova Antonino Condorelli su un articolato traffico illecito di farmaci destinati al bestiame e che abbraccia quattro province: Reggio, Mantova, Parma e Piacenza. Ora tocca alla procura di via Poma la formalizzazione della chiusura delle indagini, con le eventuali richieste di rinvio a giudizio.
Quello che hanno scoperto gli investigatori è che i farmaci arrivavano negli allevamenti in nero, senza fatture né tracciabilità. Ma soprattutto che venivano somministrati agli animali - bovini da carne e da latte e suini - senza prescrizione veterinaria. Ma non si tratta solo della scorciatoia, seppure illecita, presa da alcuni allevatori su trattamenti di routine. L’attenzione degli investigatori ora è rivolta al tipo di sostanze trovate - qualche allevatore aveva l’abitudine di nasconderle sotto il letto di casa - e agli effetti sul bestiame.
Partendo dalle alte concentrazioni di sostanze con specifici principi attivi in allevamenti di bovini destinati al macello rispetto ad altre in quelli dove si allevano, invece, animali da latte. E, data la clandestinità dei trattamenti, questi sfuggivano alle annotazioni dei registri di stalla, quella sorta di carta di identità obbligatoria per ogni capo destinato all’alimentazione umana, in cui va segnato ogni trattamento a cui viene sottoposto l’animale. Una prescrizione che serve a ricostruirne la tracciabilità.
Dei 201 allevatori indagati, 70 sono reggiani (tra Reggio, Castelnovo Sotto, Novellara, Reggiolo e altri comuni), 110 sono mantovani (da Suzzara a Dosolo, da Bagnolo a San Benedetto), gli altri sono parmensi e piacentini. Indagati per falso ideologico e materiale anche un veterinario e un grossista di Pegognaga, già nei guai nelle altre fasi dell’inchiesta. A dare avvio al filone di indagine, nel 2010, era stato un controllo in un negozio di Reggio specializzato nella vendita di prodotti per colombi viaggiatori. I Forestali avevano trovato farmaci di origine straniera con principi attivi vietati in Italia e destinati agli animali da reddito, ma anche farmaci a uso umano.(el.pe)
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