MANTOVA.
Tre indagati e l’impianto fermo fino a data da destinarsi. Fino a quando la Ies non avrà dato garanzie sul futuro, «perché vogliamo la certezza che vengano messe in atto tutte le misure necessarie ad evitare che incidenti simili possano ripetersi». Il procuratore capo Antonino Condorelli, al termine del summit di ieri con Asl e Arpa, mette i puntini sulle i.
Preso in mano personalmente il caso dell’incidente di venerdì scorso all’azienda di strada Cipata, quando la nube di idrogeno solforato (H2S) emessa a causa di un malfunzionamento interno alla raffineria ha procurato cattivi odori e disagi in città, infila un passo dietro l’altro con una cautela che non maschera la fermezza. «Abbiamo iscritto tre persone nel registro degli indagati per l’articolo 674 del codice penale, cioé il getto di cose atte a molestare, un reato ambientale tra cui sono comprese le molestie olfattive. Poi vedremo».
Il poi è un tempo breve: perché Condorelli ha intenzione di interrogare i tre indagati, i vertici dell’azienda, la settimana prossima. «Chiamiamolo un invito a formalizzare la loro posizione». Facile immaginare che il colpo d’acceleratore abbia avuto una spinta dall’incontro di ieri in Procura con l’Asl, a cui il procuratore aveva chiesto un’integrazione urgente alla relazione già presentata, e con l’Arpa.
Sul tavolo di Condorelli è arrivata una seconda versione dell’incidente, consegnata dall’azienda ad Arpa e Asl: ugelli otturati da sali di ammonio che si sono formati probabilmente durante il lungo stop alla raffinazione. Questa sarebbe la causa del guasto alla guardia idraulica della torcia acida che ha provocato l'emissione di H2S dalla raffineria. «Scopriamo così che non si tratterebbe di problemi attinenti alla tipologia delle lavorazioni o ai gas, ma di un guasto alla guardia idraulica. Cioé non ha funzionato il meccanismo di sicurezza».
E questa per il capo della Procura non suona come una buona notizia. Perché se il problema è sorto a causa e durante lo stop alla raffinazione, potrebbe ripresentarsi. «L’impianto fermo provoca deterioramenti più rapidi, incrostazioni, quindi è logico pensare che potrebbe accadere ancora. Quindi ho disposto che Arpa e Asl mi facciano avere al più presto i risultati degli ulteriori accertamenti che ho chiesto. Vogliamo garanzie per il futuro». Che significa garanzie sulla manutenzione. Dall’incontro di ieri in Procura infatti sarebbe emersa una insufficiente manutenzione dell’impianto di raffineria. Che per questo resterà fermo fino a quando l’azienda non darà le garanzie richieste.
L’ipotesi che l’attività produttiva potesse riprendere in tempi brevi è stata scartata in modo netto. Nella seconda versione presentata la Ies aggiunge che la quantità di acido solfidrico finita in atmosfera si aggirerebbe attorno ai 4 o 5 chili. Dalle centraline Arpa non risultano superi di altri inquinanti per la giornata del 4 luglio. «Per i cittadini non ci sono stati pericoli, solo disagi e fastidi, il gas si è sparso in una superficie molto ampia - conclude Condorelli, che però precisa: «Per fortuna che all’interno della raffineria sono state rispettate tutte le norme di sicurezza. E gli operai vicini all’impianto avevano tutti le maschere antigas. Altrimenti avrebbero rischiato la vita».
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