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Torna a mostrarsi la Camera più bella del mondo

Sabato riapre la Camera degli sposi a Palazzo Ducale. Già 1.800 prenotazioni per visitare la sala affrescata da Mantegna

Cristina del Piano
2 minuti di lettura

MANTOVA. Manca poco. Domani la Camera degli Sposi, chiusa al pubblico da due anni, tornerà a mostrare la sua magnificenza. E lo farà a distanza di poche ore dalla notizia del piano di riorganizzazione del ministero dei Beni culturali che tocca anche la nostra città. Nessuna inaugurazione ufficiale domani, la sovrintendente Giovanna Paolozzi Strozzi insieme al sindaco Nicola Sodano si limiterà a presentare il percorso.

Camera degli Sposi pronta per la riapertura

Il pubblico entrerà da piazza Castello. «Salirà la scala elicoidale - continua L’Occaso - attraverserà la Galleria degli Stemmi, quella degli Affreschi entrerà nella Camera degli Sposi poi nella Camera dei Soli e nuovamente nella Galleria degli Stemmi per poi riscendere». E se nella Camera parte delle opere di consolidamento sono terminate, sotto la direzione dell’architetto Antonio Mazzeri, della Sovrintendenza ai beni architettonici di Brescia, che ha firmato il progetto di restauro antisismico insieme al professor Paolo Faccio dello Iuav di Venezia, in settimana i ponteggi sono rientrati nella Camera Picta. Al lavoro in queste ore c’era lo staff del Laboratorio di restauro della Sovrintendenza diretto da Vanda Malacarne che, carte alla mano, è andato ad analizzare anche lo stato di conservazione degli affreschi. La mappatura è quella relativa all’intervento del febbraio 2013 realizzata dalla restauratrice Chiara Ceriotti. L’intento era appunto valutare se, in un anno e mezzo di stand by, sono intervenute eventuali modificazioni. Dopo le opere di consolidamento strutturale – come ha spiegato Malacarne - l’obiettivo era rimuovere anche la polvere «perché in questi due anni si e lavorato incessantemente». Tra gli interventi sono state ultimate anche alcune stuccature dove verranno riposizionate le sonde per il rilevo del microclima. Un lavoro minuzioso quello del laboratorio che prevede l’analisi e il confronto dalla precedente mappatura post sisma che riporta criticità e zone dove si è già operato. «In questa settimana il nostro lavoro è stato duplice – spiega Malacarne - ovvero abbiamo aggiornato le mappe e rimosso il particellato che si è depositato in questi mesi trascorsi tra l'ultimo intervento e il nostro. In questa operazione è stato indispensabile l'utilizzo della tecnologia. Con pc e macchina digitale ad alta risoluzione abbiamo infatti la possibilità di verificare ogni dettaglio. In estrema sintesi mentre io rilevo l'intervento da eseguire, l’operatore sul ponteggio segue passo passo le indicazioni che vengono fornite a seconda della criticità. E’ un’analisi mirata che, con questi mezzi, consente di ingrandire, verificare ed esaminare ogni particolare. La Camera è un “paziente” che va sempre monitorato ed è questo il compito di noi restauratori».

E il cantiere va letto anche come una “scuola” perché il laboratorio con la restauratrice Chiara Reggiani e gli assistenti tecnici Giuseppe Loreto e Cornelio Saccenti, da due anni a questa parte, ospita anche stagisti Erasmus. Arrivate dalla Spagna in questi giorni con lo staff c’erano anche le studentesse Raquel Alonso e Alba Da Silva. Interessate al lavoro e con lo sguardo fisso agli affreschi che celebrano la famiglia Gonzaga «...Impossibile non rimanerne affascinati».

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