In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Lotte alle guide abusive: fate rispettare la legge

Chiese e palazzi di Mantova sono nella lista dei siti riservati ai ciceroni locali La denuncia di Federagit: «Noi beffate da chi racconta dei “puffi” del Mantegna»

Igor Cipollina
1 minuto di lettura

 

MANTOVA. «Ammirate i puffi del Mantegna» quelli affacciati all’oculo della Camera Picta. Sì, stando attenti che sotto non ci sia Gargamella col suo gattaccio Birba. «Benvenuti nel palazzo dei celebri duchi Gonzalez» i signori di Mantova. In salsa spagnola. «Sì, il Ducale dalle mille stanze». Grande, certo, addirittura ciclopico con i suoi 35mila metri quadrati di superficie, ma contando tutti gli ambienti si arriva a cinquecento. Se non fosse il solito pasticcio all’italiana, che incoraggia la confusione e punisce i virtuosi, strapperebbe pure un sorriso.

Peccato che, per comprimere i costi, i tour operator che organizzano viaggi in Italia assumano un unico accompagnatore che segue i turisti lungo tutte le tappe. Peccato che glielo lascino fare. Fatta la legge, trovato l’inganno. In principio fu uno strafalcione, l’articolo 3 della legge 97 del 2013 con cui l’Italia ha esteso anche alle guide europee la possibilità di esercitare su tutto il territorio nazionale. Strafalcione perché la legge italiana «ha recepito erroneamente una comunicazione inviata dall’Unione Europea precedente all’apertura di una procedura di infrazione» e ha applicato alle guide turistiche la direttiva sui servizi invece di quella sulle qualifiche professionali. Come se non bastasse, ad alimentare la confusione è l’assenza, a livello nazionale, di linee guida omogenee per la definizione della figura professionale e dei titoli abilitanti. Insomma, il problema non è soltanto nostro, «ciò che fa la differenza è che in molte altre città si sono presi provvedimenti, mentre a Mantova le guide irregolari agiscono ancora indisturbate» si appassiona la Cargnoni.

Un freno ci sarebbe pure, la lista ministeriale dei siti sensibili, che abbraccia Palazzo Ducale e Castello di San Giorgio, Sant’Andrea, il Duomo, la Rotonda di San Lorenzo, Palazzo Te, il Bibiena e Palazzo D’Arco e, a Sabbioneta, Palazzo del Giardino, Palazzo Ducale, Chiesa dell’Incoronata e Teatro Olimpico. Siti vietati alle guide straniere o di altre città. «Ma questo non accade perché mancano i controlli – lamenta Federagit – Abbiamo già fatto alcuni incontri con la polizia locale, a cui compete l’attività di verifica su questo settore. La collaborazione c’è, ma ora serve un passo in più. A Firenze e Verona gli agenti fanno controlli e multe. A Roma, il Comune ha creato un badge elettronico da presentare all’ingresso dei siti selezionati, per verificare immediatamente se la guida è in regola». In ballo non c’è soltanto la conoscenza del patrimonio culturale, il problema è anche occupazionale. Soprattutto in tempo di crisi, quando i turisti te li devi sudare il triplo. A proposito, sapete il nome dell’architetto che progettò il Castello di San Giorgio per conto di Francesco I Gonzaga? Bartolino da Novara? Macché, Bardolino. Alla salute.

 

I commenti dei lettori