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«Gestione senza gara, perché?»: scoppia il caso del Dopolavoro

Le associazioni sportive contestano la decisione del Comune di affidare le chiavi per vent’anni al San Pio X. La giunta si spacca: la convenzione passa senza il sì dell’assessore allo sport. E il piano dei lavori ancora non c’è

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MANTOVA. Il barometro segna tempesta sotterranea. Alle associazioni sportive cittadine la notizia dell’affidamento del Dopolavoro ferrovieri di viale Fiume al San Pio X è andata di traverso. «Senza una gara pubblica e per vent’anni, perché?» è la domanda che agita gli ambienti sportivi.

Vero, tutti riconoscono che il recupero dell’area di viale Fiume (larga 12mila metri quadrati) sia una notizia confortante, anche se circola qualche perplessità rispetto al canone annuale di 25mila euro che il Comune si è impegnato a versare al Dopolavoro ferroviario. In cambio di 330mila euro d’investimenti per rimettere in sesto la palestra (c’è da sostituire il tetto in eternit), rifare la pavimentazione e coprire la piastra di cemento, ristrutturare gli spogliatoi, cambiare la caldaia, mettere a norma l’impianto elettrico e spuntare il verde attorno.

Le chiavi verranno quindi affidate al San Pio X, che dovrà garantirne la fruizione pubblica. Come se fosse un impianto del Comune. La tempesta è ancora sotterranea perché i responsabili delle associazioni aspettano di avere la convenzione in mano. Così anche il presidente del San Lazzaro, che gestisce il PalaLù: «Voglio leggermi bene le carte – premette il presidente Angelo Valenza – certo, la prima impressione è di sorpresa. Se le cose stanno davvero così allora siamo di fronte a un affidamento singolare. A noi che gestiamo un impianto pubblico ci viene chiesto un impegno di altro tipo. Ripeto, aspetto di vedere la convenzione, ma se la notizia fosse confermata in questi termini, allora l’amministrazione dovrebbe rendere conto del perché alla comunità tutta».

Oltre all’affidamento ventennale senza il filtro di una gara, fa discutere il capitolo spese: utenze e manutenzione resterebbero a carico del Dopolavoro ferroviario. Ma il malumore non è soltanto delle associazioni sportive, la tempesta cova anche all’interno della giunta: mercoledì scorso si sono astenuti dal voto l’assessore all’ambiente Mariella Maffini (benediniana) e il suo collega allo sport Enzo Tonghini. Impossibile strappare un commento a quest’ultimo, ieri il suo cellulare squillava a vuoto, ma pare che non abbia gradito.

Sicuramente non la modalità, attraverso una delibera “fuorisacco”, senza una pezza d’appoggio preventiva per gli assessori. Sorpresa. A presentare il documento sarebbe stato il vicesindaco Espedito Rose, lo stesso che a maggio aveva partecipato alla festa del San Pio X al Dopolavoro di viale Fiume. Festa nervosa, interrotta da un minuto di silenzio per l’assegnazione sfumata della palestra Boni, vinta ai punti dalla Pallavolo Mantova. E poi, in coda, c’è un altro interrogativo: il Dlf presenterà al Comune il piano dei lavori nelle prossime settimane, perché approvare la convenzione prima?

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