Scatta la fase 2 di Ies Arrivano i big del gruppo da Budapest
Decolla il polo logistico nato sulle ceneri della raffineria: giovedì 20 al Mamu convention con 200 partner. Atteso il numero 2 della multinazionale Mol, Ferenc Horvath
Monica Viviani
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MANTOVA. Nomi e numeri sono quelli da evento. E la riservatezza che da settimane avvolge i preparativi ne è un’ulteriore conferma. Si terrà dopodomani al Mamu di largo Pradella la prima convention della nuova Ies, che a quanto pare vedrà arrivare a Mantova da Budapest l’intero top management del gruppo ungherese Mol. In base a quanto trapelato, si tratta di un’occasione speciale per presentare ai clienti italiani il nuovo modello di business di strada Cipata e dare il via ufficiale alla neonata attività, vale a dire la commercializzazione di prodotti già raffinati.
Un evento esclusivamente ad inviti, riservato ai clienti commerciali di Ies, quindi non raffinatori ma società di trading, che acquistano gasolio e benzina già raffinati e riforniscono reti di distributori sparpagliati in tutta Italia. Una schiera numerosa di ospiti (si parla di circa duecento persone) in arrivo dall’intero stivale per conoscere la nuova attività del polo logistico Ies, nato dopo la chiusura della storica raffineria.
I lavori della convention, in base a quanto è stato possibile ricostruire, saranno aperti dall’amministratore delegato di Ies Italia Maurizio Migliarotti e sarebbe atteso anche l’intervento del vicepresidente esecutivo della multinazionale Mol, Ferenc Horvath. In sostanza con giovedì Ies taglierà ufficialmente il nastro del nuovo corso che nel giro di poco più di un anno l’ha vista trasformarsi da raffineria a deposito di stoccaggio di prodotti finiti, con un core business sempre più prettamente commerciale che punta sull'aumento della capacità di fare trading ovvero di procurarsi carburanti a condizioni vantaggiose, stoccarli e rivenderli con buoni margini di profitto ampliando il proprio parco clienti.
Una metamorfosi dolorosa quella annunciata il 4 ottobre dello scorso anno ai quasi quattrocento lavoratori, costata tra processo di conversione e piano sociale circa cento milioni di euro, e passata poi attraverso una lunga contrattazione con i sindacati chiusa il 15 gennaio scorso da un accordo siglato al ministero dello Sviluppo economico in base al quale dei 390 dipendenti iniziali, 88 resteranno a lavorare nel polo logistico a regime. Per gli altri - al netto di eventuali pensionamenti o dimissioni - la mobilità, dopo un periodo di cassa integrazione. Così dopo lo stop definitivo alla raffinazione che domenica 17 agosto ha visto spegnere definitivamente gli impianti, dopo che anche la torcia, valvola e sistema di sicurezza dello stabilimento, ha smesso per sempre di lampeggiare nel cielo di Mantova, il primo passo è stato l’arrivo il 23 ottobre scorso a porto Marghera della prima nave di prodotto finito acquistato: 35 mila tonnellate di gasolio provenienti dagli Stati Uniti.
Da allora anche una seconda nave è arrivata, questa volta carica di benzina. Il deposito di strada Cipata è stato rifornito tramite l'oleodotto che collega Mantova a Marghera e da qualche settimana i clienti della Ies hanno iniziato a caricare i propri camion direttamente all'interno del nuovo polo logistico e non più nelle cosiddette «basi terze» prese in affitto presso altre compagnie in attesa che fossero completate le operazioni di conversione della ex raffineria.
E se per gennaio è previsto il completamento delle stazioni di carico all'interno del deposito fiscale, c’è chi legge la convention al Mamu di giovedì come un segnale positivo circa le intenzioni di Mol a Mantova, con riferimento alla durata dell’impegno con il nuovo assetto. «In tutti i modi abbiamo provato a mantenere la raffinazione ed è finita così perché raffinare è ormai insostenibile ed è una crisi strutturale, non aziendale» aveva dichiarato a febbraio l’amministratore delegato Maurizio Migliarotti in una lunga intervista alla Gazzetta nella quale aveva anticipato i termini della nuova sfida che li attendeva, assicurando che «il gruppo qua vuole rimanere». Se ne parlerà giovedì.
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