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Tettoie e capanni abusivi da demolire

L’ordinanza del Comune colpisce l’associazione il Salice di Porto Catena. Il presidente: «Dopo 35 anni saremo senza sede»

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MANTOVA. Il Comune non perdona e sfratta l’associazione il Salice dalla sua sede di Porto Catena. È stata emessa, infatti, l’ordinanza che obbliga la dirigenza a demolire tutte le sue strutture messe in piedi anni fa lungo la sponda del canale, di fronte a via Fondamenta.

Sono abusive, e dunque, non potranno più rimanere lì e ospitare, come da tre decenni a questa parte, una sessantina di persone, tra soci e non, perlopiù pensionati, che le avevano elette a loro punto di riferimento quotidiano.  Il presidente Carlo Frignani avrà tre mesi di tempo per demolire tutte le costruzioni (con la complicazione di dover smaltire dei pannelli in cemento amianto); se non lo farà, procederà d’ufficio il Comune che poi accollerà tutte le spese all’associazione.

«Ai primi di gennaio cominceremo i lavori» assicura Frignani che non può, però, che definire «assurdo» tutto quello che gli sta succedendo: «Quelle costruzioni - rivela - sono state autorizzate 35 anni dal demanio e noi abbiamo sempre pagato il canone di occupazione alla Regione».

Tra un po’, dunque, il Salice non avrà più la sede: «Dove andremo? E chi lo sa. D’estate potremo stare all’aperto, ma quando piove e d’inverno no. Peccato. Offrivamo gratis l’attracco ai diportisti non soci, oltre che un minimo di servizi portuali. Inoltre, facevamo tante feste di beneficenza e rappresentavamo un luogo di ritrovo per tanti pensionati. La rabbia è che abbiamo sempre pensato di essere in regola con tutto».

 

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