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Case popolari vuote e famiglie senza tetto: è emergenza alloggi

Il sindaco: l’Aler ha deciso di non ristrutturare. Degrado nelle strutture del Comune, pronti 150mila euro

Vincenzo Corrado
1 minuto di lettura

MANTOVA. Gli appartamenti liberi ci sono, le famiglie in attesa di una casa pure. Ma qualcosa non quadra.
A Sermide gli alloggi popolari non mancano: due palazzine comunali, una in via Fratelli Bandiera e l’altra in via Roma, a cui vanno aggiunte varie soluzioni abitative Aler sparse per il capoluogo e le frazioni.

«Ma nonostante ciò - spiega il sindaco Paolo Calzolari - paradossalmente abbiamo una ventina di nuclei familiari che non sanno dove andare. Il motivo? L’Aler non ha intenzione di ristrutturare una quindicina di case attualmente vuote. Per altre cinque o sei - continua il primo cittadino - potranno essere utilizzati dei fondi per la ricostruzione post sisma».

Nei giorni scorsi un inquilino del “casermone” di via Fratelli Bandiera ha inviato alla Gazzetta alcune fotografie per denunciare il degrado della struttura. Calzolari ammette che nei venti appartamenti e nelle aree comuni del condominio c’è del lavoro da fare.

«Recentemente la giunta ha dato l’ok ad uno stanziamento di 150mila euro per il rifacimento del tetto, il cantiere verrà aperto nei prossimi mesi». Ma i problemi non riguardano soltanto la copertura dell’edificio.
«Lo sappiamo - dice il sindaco - e appena avremo le risorse finanzieremo un altro intervento di circa trecentomila euro per la sostituzione dei bagni e il rifacimento di tutti gli impianti». Ad oggi il “casermone” - così viene chiamato in paese - non si presenta bene. La facciata è annerita, il muro perde pezzi.

All’interno degli appartamenti l’umidità la fa da padrone. Gli inquilini si lamentano ma stringono i denti. Hanno un tetto sopra la testa e non è poco. «È davvero un paradosso - insiste Calzolari - che l’Aler non voglia rendere abitabili degli spazi che ci sono e che potrebbero rappresentare una risposta all’emergenza abitativa. Per capirci, se quei venti appartamenti fossero a posto, oggi a Sermide non ci sarebbero famiglie senza un tetto».

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