Ecco l'amore segreto di Tazio Nuvolari
Il campione di automobilismo ebbe una relazione con una ragazza di Villimpenta. Lei restò incinta, nacque una bambina che poi ebbe un figlio: Franco Sgavioli. Ha 83 anni e vive a Milano, dice: sono il nipote di Tazio
Paolo Boldrini
MILANO. Tutto è nato da una telefonata al Museo Nuvolari: «Avete nel vostro archivio i dati sulla famiglia di Tazio?» L’impiegato risponde alla donna che la persona giusta da contattare è Gianni Cancellieri, giornalista e scrittore, una vita spesa a scrivere del pilota di Castel d’Ario. «Tazio era mio bisnonno, possiamo incontrarci?»
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Gianni Cancellieri fa un salto sulla sedia ripensando alla vita del pilota: due figli, Alberto e Giorgio, morti entrambi a 18 anni di malattia senza aver procreato. Quindi non esistono nipoti. O almeno, non ufficiali. Una segnalazione che vale la pena di approfondire. Spostiamoci a Milano, zona San Siro, una volta tempio del grande calcio, oggi arena per nostalgici che vedono Milan e Inter annaspare a metà classifica. In un palazzone vive Franco Sgavioli, 83 anni ben portati, ex funzionario in pensione del Comune di Milano, originario di Pradello di Villimpenta.
È il padre di Elisa, la giovane che ha messo in moto l’ingranaggio con quella telefonata. Quando apre la porta di casa, ai giornalisti prende un colpo: alto un metro e 65 circa, esile, viso triangolare.
Assomiglia a Tazio Nuvolari, ma è meglio non correre.
Franco Sgavioli mette subito le cose in chiaro: «Comunque vada non ho alcuna pretesa di carattere economico, non cerco pubblicità o visibilità. Ho speso gli ultimi 25 anni della mia vita in ricerche storiche sulla mia famiglia, spinto anche da testimonianza dirette».
Vediamole. A Pradello di Villimpenta, frazione conosciuta soprattutto per il risotto, nel 1890 nasce Carolina Francioli, una bella ragazza. Frequenta la Corte Ronchesana di Castel d’Ario dei Nuvolari, anche per una parentela (suo nonno, Giovanni Nuvolari 1805-1894 e il nonno di Tazio, Giuseppe Nuvolari 1827-1893 erano fratelli. Dunque, la mamma di lei, Emilia Nuvolari, e il papà di Tazio, Arturo, erano primi cugini). Tra i due scocca una scintilla. Siamo al 1912, quando il ventenne Tazio non è ancora un pilota, ma solo un ragazzo scapestrato che scorrazza in bicicletta e a cavallo nei paesi vicini.
Carolina, 22 anni, (lo stesso nome della moglie e di una sorella di Tazio, un segno del destino) resta incinta e qui iniziano i guai. La famiglia la ripudia, cacciandola di casa. Si rifugia a Bologna da amici, dove partorisce una bambina il 13 settembre 1913. In ospedale le impongono il nome di Ugolina, figlia di N.N. e le assegnano un cognome d’ufficio: Speziali.
Si prende cura di loro un’ostetrica dell’ospedale, Emma Berselli, 45 anni, che ospita madre e figlia, provvede al loro sostentamento e trova una nutrice che allatti Ugolina. La bimba viene battezzata in duomo a Bologna, città dove resta per almeno due anni. L’aspetta una vita difficile: secondo testimonianze e voci di paese è figlia di Tazio Nuvolari, ma una prova provata non c’è, nè ci può essere.
La madre parla malvolentieri dell’argomento che le è costato l’esilio e ha guastato i rapporti tra le due famiglie, Francioli e Nuvolari, ottimi fino a quel momento. A fatica, dopo anni, Carolina riesce a riallacciare i rapporti con i genitori e rientra a Pradello di Villimpenta con la bambina. Ugolina segue le orme della mamma in tutto e per tutto: a 18 anni resta incinta di un uomo, Bellino Egidio Sgavioli, musicista (ha suonato il violino nell’Orchestra Sgarbi), prima di sposarlo. Altro scandalo in paese, ancora nella stessa casa.
Un altro figlio di N.N..
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Ugolina, quando il piccolo Franco ha solo quattro anni, muore di malattia a ventidue anni ed è nonna Carolina a prendersi cura di lui. Il padre a quel punto lo riconosce e Franco diventa Sgavioli.
«Quand’ero bambino a Pradello - racconta - collezionavo francobolli. Un giorno in una vetrina ho trovato un pacchetto di cartoline e due vecchie fotografie. Erano di Tazio Nuvolari al volante di auto da corsa. Ho chiesto alla nonna chi fosse. Mi ha risposto in modo telegrafico che era un parente, poi ha cambiato discorso».
In casa non si è mai parlato di quella relazione clandestina, un tabù.
«Ma un giorno del 1989, mentre ero seduto in riva al mare a Chiavari - racconta Franco Sgavioli che nel 1953 si è trasferito a Milano in cerca di fortuna - ho sentito il desiderio di scavare nella storia della mia famiglia e ho iniziato le ricerche negli archivi parrocchiali e negli uffici dell’anagrafe di Villimpenta, Roncoferraro, Castel d’Ario e Bologna. Ovunque ci fosse una traccia utile per ricostruire le mie origini».
Il risultato del suo lavoro è raccolto in uno scaffale della libreria. Raccoglitori pieni di certificati e fotocopie.
«Se mi sento nipote di Tazio Nuvolari? Non voglio esserlo a tutti i costi. Un documento che lo certifichi non c’è, ho raccolto testimonianze in paese sulla relazione tra la nonna e il pilota, ma di più non ho. Mia figlia minore, Elisa, mi ha spinto ad approfondire la nostra storia e a renderla pubblica. Ripeto, non per vanità o interesse, ma perché dietro ci sono tragedie e slanci di umanità, in momenti difficili».
La storia finisce qui, anzi no perché Franco Sgavioli è un cantiere aperto e continua a tessere la tela delle relazioni con i parenti fino ad arrivare in Brasile, dove vivono altri cugini. Chi ha studiato la vita di Tazio Nuvolari sa che era veloce in pista e piaceva alle donne. Signore del giro delle corse o semplici tifose lo adoravano e lui non si faceva pregare. Le corteggiava con il suo accento mezzo veneto, tipico dei casteldariesi, che anche Franco Sgavioli conserva malgrado viva a Milano da 60 anni. C’è anche un altro aspetto che li accomuna. «In auto ho il piede pesante, soprattutto in curva. Mia moglie e le mie figlie spesso me lo fanno notare».
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