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Naomi Klein: "Abbiamo fallito per i troppi no"

La leader del movimento no global, Naomi Klein, ospite a Mantova del Festivaletteratura, ha presentato il suo ultimo libro "Una rivoluzione ci salverà: perché il capitalismo non è sostenibile"

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MANTOVA. Naomi Klein, la canadese leader del movimento No global, ha presentato all’Ariston di Mantova, dinanzi a un folto pubblico, il suo ultimo libro “Una Rivoluzione ci salverà perché il capitalismo non è sostenibile. Un’opera con cui l’autrice di No Logo, ospite del Festivaletteratura, traccia un bilancio del movimento non certo lusinghiero. La Klein fa autocritica poiché chi mirava a combattere i cambiamenti climatici e certi stili di vita deve oggi fare i conti con un fallimento.

“Non è più sufficiente dire no, non basta rimanere sempre in una posizione di opposizione, bisogna saper dire anche dei sì. Insomma il movimento che si batte contro il riscaldamento globale deve saper proporre delle alternative. In pratica deve saper dire dei sì a quei modelli che sappiano dare opportunità di lavoro. L’obbiettivo della strategia dev’essere quello di diventare coalizione più forte. Bisogna che la nostra battaglia – dice l’attivistat 44enne - si trasformi da economica a morale. Il problema che dobbiamo superare equivale, come impegno e dimensioni, a quella per l’abolizione della schiavitù”

Naomi Klein e la lotta al riscaldamento del pianeta

Minuta, vestita semplice e molto alla mano, la Klein è apparsa battagliera come sempre. Le emissioni dei gas serra in atmosfera vanno dunque ridotte, e a scendere in campo devono essere le istituzioni con forti investimenti nelle energie rinnovabili, nella green economy, che sono più vantaggiose anche di otto volte rispetto a quelle tradizionali. Certo, si rende conto la Klein, non sar facile perché il conflitto di interessi tra chi deve tutelare l'ambiente e chi ha vantaggi dalle trivellazioni spesso evidente. L'autrice di 'No logo' ha citato come esempio Expo 2015:" C'è molta enfasi sulla sostenibilità nutrizionale, ma poi vediamo che per Expo ci sono agganci con le multinazionali come la Coca Cola e con l'agricoltura industriale".

Ce n'è anche per i movimenti ambientali "che nascono per il loro godimento e che poi traggono vantaggi dalle forme capitalistiche". L'autocritica ai movimenti no global che a lei si sono ispirati va oltre: "Oggi - ha detto - siamo abituati a leggere No tav, No expo, no trivellazioni. Ebbene, giunto il momento di dire dei Sì per ottenere dei risultati. Quelli che già si sono sono ottenuti oggi, per esempio con la decisione di Syriza, in Grecia, di bloccare una miniera".

L'autocritica di Naomi Klein

Per la Klein vi anche un fattore di giustizia nella distribuzione di vantaggi derivanti dal cambiamento del modo di pensare: chi inquina deve pagare e i governi dovranno eliminare le sovvenzioni che oggi danno alle compagnie che estraggono petrolio e gas. Così come bisognerebbe che tassassero di più gli oggetti di lusso e chi li acquista. L'ideologia dominante - ha concluso la Klein - in crisi e la piattaforma su cui lavorare il cambiamento climatico. Che va affrontato da una coalizione forte formata da cittadini e istituzioni.

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