MANTOVA.
La white list può attendere. Primo no del Tar di Brescia alla Tipaldi costruzioni. Il tribunale amministrativo regionale ha respinto la richiesta di sospensiva del provvedimento della prefettura che revoca alla ditta dell’ex assessore viadanese
Carmine Tipaldi l’iscrizione nell’elenco dei fornitori puliti da infiltrazioni mafiose. L’impresa edile resta esclusa per il momento, dai cantieri per la ricostruzione post terremoto. Tipaldi, dopo la conferma del giudizio di palazzo di Bagno, ora può solo sperare nel giudizio di merito del Tar, anche se le motivazioni espresse nel rigetto della richiesta di sospensiva gli lasciano poco spazio per l’ottimismo.
Il provvedimento impugnato da Tipaldi, incentrato sulla sua ritenuta presenza ad una cena in cui, «incontestatamente» si legge nell’ordinanza del Tar, presero parte esponenti del crimine organizzato, «appare motivato in modo non illogico, come risulta ad attenta lettura della trascrizione di una telefonata fatta da uno dei commensali e intercettata dagli investigatori». Il “Viadana è nostro” continua a pesare come un macigno sul curriculum dell’ex assessore della giunta Penazzi e ex consigliere comunale, che peraltro non ha mai negato di aver conosciuto i personaggi presenti all’ormai famosa cena del 14 maggio,
Nicola Lentini e
Stefano Morelli, i due giovani puledri della cosca mafiosa degli Arena.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Rischio mafia: il Comune di Viadana ferma la Lavadera]]
Dopo la pubblicazione, lo scorso gennaio, sulla Gazzetta, della relazione del Girer in cui viene riportato lo stralcio dell’intercettazione telefonica in cui il giovane boss Nicola Lentini, riferisce di essere a cena a Viadana con diversi amici, tra cui un certo
Carmine Pizzimenti, che la Dia identifica in Tipaldi, la procura ha preso in mano il caso con forza. Con gli esiti della procura sul tavolo, è arrivata la revoca alla white list della prefettura. Le carte dell’indagine sono finite sia alla Commissione nazionale antimafia che alla procura distrettuale antimafia di Brescia. E proprio dalla città della Leonessa, all’apertura dell’anno giudiziario, sono stati riaccesi i fari sulla vicenda da procuratore generale Dall’Osso, che ha parlato senza mezzi termini «di una forte infiltrazione criminale nell'amministrazione comunale di Viadana, fra i cui componenti sono emersi soggetti, dimoranti ed operanti nel comune da molti anni, direttamente riconducibili alle organizzazioni ’ndranghetiste».
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