In nove mesi 450 profughi, un appalto da 4,3 milioni
Un gruppo di coop, associazioni e aziende si dividerà il lavoro: Sol.Co in testa. Nel Mantovano gli ospiti sono 300 e potrebbero lievitare fino a 540 entro l’anno
di Sandro Mortari
MANTOVA. È del consorzio cooperative il Solco l’offerta migliore, sia dal punto di vista tecnico che economico, per il bando di gara della prefettura destinato all’accoglienza, all’ospitalità e all’integrazione dei profughi, già presenti a Mantova o in arrivo, dal 1° aprile al 31 dicembre.
Non essendo in grado, però, il consorzio di gestire tutti e 450 stranieri richiedenti protezione internazionale previsti nel Mantovano per i prossimi nove mesi (più un 20% in caso di emergenza), rientrano in gioco anche le altre sette cooperative e associazioni nonchè i privati che avevano partecipato alla gara (tutti già impegnati da un anno nell’assistenza a quelle persone). Appalto sociale. È un appalto sociale quello bandito dalla prefettura (valore più di 4 milioni di euro) contemplato dal codice dei contratti e che può essere assegnato anche in assenza di un vincitore unico.
Rispecchia un accordo quadro e proprio per questo la prefettura procederà stipulando singole convenzioni con ciascun partecipante, accettando sia il numero di immigrati che l’offerta economica proposti da ciascuno. Il quale, però, dovrà impegnarsi a realizzare ciò che ha promesso in sede di gara I numeri. E così, il Sol.Co si occuperà di 113 stranieri offrendo i propri servizi per 34,50 euro al giorno per ogni persona (Iva esclusa), 50 centesimi in meno di quanto messo a gara dalla prefettura.
Dopo il Sol.Co (99,42 punti), si sono classificati l’associazione El Medina (97,2), la società cooperativa Olinda (96,42), il Comitato Mantova solidale (96,42), l’albergo Garò (95,42), la società agricola Cà del vento (94,42), l’associazione Abramo onlus (89,65) e la società cooperativa assistenza Serena (89,02). El Medina di Mantova accoglierà 15 profughi per 34 euro ciascuno, l’Olinda di Medole 130 per 34,5 euro, Mantova solidale 9 per 34,5 euro, Garò di Bagnolo altri 29 per 34,5 euro, Cà del vento di San Benedetto Po 22 a 34,5 euro, la Abramo della Caritas 10 a 35 euro e la Serena 80 a Quingentole a 34,5 euro.
Le strutture. Complessivamente, si tratta di 508 stranieri (non ancora tutti presenti sul territorio) che potranno salire a 540 se l’Asl dichiarerà tutte le strutture messe a disposizione idonee ad ospitare un numero simile di persone. Nel bando di gara vi è scritto che gli immigrati dovranno essere ospitati in alloggi da 50 posti letto al massimo (pronti a diventare al massimo di 60 in caso di emergenza). I servizi offerti. Il valore del bando è di 4 milioni 331mila 250 euro che con l’aggiudicazione subirà un leggero ribasso. Con quei soldi chi ha partecipato alla gara dovrà garantire un posto letto, tre pasti al giorno e altri servizi a 540 profughi, di cui circa 300 già presenti sul territorio mantovano.
Ovviamente, lo Stato, attraverso la prefettura, pagherà solo per i richiedenti protezione internazionale effettivamente assistiti e accolti nelle strutture messe a disposizione. Con la diaria giornaliera che varia da 34 a 35 euro al giorno per persona dovranno essere garantiti i servizi di gestione amministrativa (tutto ciò che serve, dal punto di vista burocratico, per richiedere lo status di rifugiato), i servizi di assistenza generica (compresa quella medica) alla persona, vitto, alloggio, pulizia e igiene ambientale, il cosiddetto pocket money e cioè 2,50 euro al giorno a testa per un massimo di 7,50 euro per nucleo familiare, una ricarica telefonica da 15 euro (una tantum), il ricambio della biancheria, corsi di lingua italiana e percorsi di integrazione.
I Comuni. «Ci avvarremo delle nostre cooperative disponibili - afferma Marina Cavalieri, presidente del Solco - e continueremo a collaborare con la Prefettura, la Caritas e i Comuni. È dall’aprile dell’anno scorso, infatti, che abbiamo accolto l’invito della prefettura a far fronte a questa emergenza umanitaria attraverso apposite convenzioni». Ovviamente, potranno occuparsi dei profughi anche i Comuni che riceveranno direttamente la sovvenzione statale senza bisogno di partecipare a gare. Come, per esempio, i sedici del distretto di Mantova che, dal 1° marzo scorso, hanno preso in carico i 35 stranieri una volta affidati al Comune di Mantova. Che continuano a vivere nella palazzina di via Goya a Colle Aperto sotto la sorveglianza dei volontari del Sepris, il servizio di pronto soccorso sociale garantito dal Comune di Mantova attraverso l’associazione club virgiliano.
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