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È l’ora dell’irrigazione Acqua per 8mila aziende

Il Consorzio Territori del Mincio apre i rubinetti ai canali: reti da 1.300 chilometri Stancari: «Così garantiamo la produzione dell’eccellenza, dal Grana ai meloni»

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«Immaginiamo la pianura mantovana come uno straordinario corpo largo 500 chilometri quadrati, nelle cui vene comincia a scorrere il sangue e inizia così a lavorare» con questa metafora Elide Stancari, presidente del Consorzio di bonifica Territori del Mincio, descrive l’avvio della stagione irrigua 2015 e lo spettacolare riempimento d’acqua dei canali del comprensorio. Entro settembre il sistema di bonifica andrà a distribuire 500 milioni di metri cubi d’acqua, a beneficio di 8mila aziende agricole «garantendo la produzione dell’eccellenza del made in Italy lombardo, dal Grana Padano, ottenuto da bovine che si nutrono di prati polifiti irrigui e insilati, al vitellone da carne, alimentato col mais, per arrivare alla soia, al riso, alle orticole (quali pomodoro, radicchio, lattughe), alle frutticole (melone, anguria, kiwi, mele, pesche) sino alla recente riscoperta delle piante officinali (tra cui il basilico)».

«Gli ettari irrigabili sono 50mila nel nostro comprensorio grazie a una rete che conta complessivamente 1.300 chilometri di canali, capaci di coprire la distanza tra Mantova e Londra – calcola il direttore del Consorzio, Cesare Buzzacchi – Su di essi lavorano 60 persone cui, nella stagione estiva, si aggiungono gli avventizi. Nel corso dell’inverno, per garantire l’efficienza del sistema, abbiamo proceduto alla ripresa di frane, alle attività di manutenzione e, quindi, in questi giorni avviati gli sfalci. Quindi i canali si riempiono per l’avvio dell’irrigazione, al fine di portare da subito acqua a mais, ortofrutta e prati stabili per il primo sfalcio. In caso di annate particolari, come il 2014, i quantitativi d’acqua da distribuire possono ridursi sino del 25%, diversamente si è in grado di garantire la produttività di queste terre in un clima continentale, proprio grazie alla pratica secolare dell'irrigazione».

L’acqua che in queste ore è tornata a scorrere abbondante nei canali mantovani deriva da due fonti diverse: nella porzione di comprensorio posto in sinistra del fiume Mincio scende a gravità dal Lago di Garda, giungendo sino ad Ostiglia, nella porzione posta in destra Mincio è sollevata meccanicamente da sei grandi impianti dislocati su Mincio e Oglio e da qui, con canali e impianti minori, sino ai terreni.

«Da segnalare il valore ambientale che l’acqua che scorre nei canali garantisce – riprende la presidente stancari – Sia per il ravvenamento delle falde, ma anche per lo straordinario valore e habitat offerto ad uccelli migratori, pesci e attività dell’uomo nel suo complesso. L’uso plurimo dei canali è testimoniato anche dalla presenza di un impianto idroelettrico nel comprensorio e dal rinnovato interesse verso questa attività che vede nuove proposte di realizzazione». Da segnalare, infine, la presenza ancora oggi di antichi mulini e riserie (ora elettrificati) per la molitura o la lavorazione del riso.

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