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Viadana al voto. Anzola e quattro civiche: «Così la città riparte»

L’ex vicesindaco corre senza i partiti per lasciare alle spalle il commissariamento.Tra le priorità il nuovo Pgt: "recuperi edilizi nei centri storici e nelle aree rurali"

3 minuti di lettura
Il candidato sindaco di Viadana Dario Anzola 

VIADANA. Dario Anzola è il candidato sindaco delle liste “Il grande fiume”, “Impegno e ascolto”, “Frazioni nord e Viadana uniti” e “RiGenerazione”. Quattro civiche. «I cittadini vogliono risposte ai problemi del lavoro, della burocrazia, delle tasse, e sono stanchi di beghe partitiche che non portano a nulla. Per questo abbiamo maturato la decisione di dar vita ad uno schieramento civico, formato da persone che hanno il coraggio di metterci la faccia».


Come si caratterizza tale schieramento?
«Le liste non sono state fatte a caso. Ognuna ha la sua “anima”: da quella che rappresenta le frazioni nord a quella composta esclusivamente di giovani desiderosi di cambiamento».

IL VIDEO: l'intervista in tre minuti

Un candidato, tre domande, tre minuti: Anzola, aspirante sindaco di Viadana

E cosa le tiene insieme?
«Obiettivi da perseguire, moderazione, buon senso e voglia di fare».

I partiti sono dunque esclusi dal suo progetto?
«A Viadana non si vota per Renzi, Salvini o Grillo. Le nostre liste si fondano sulla credibilità personale dei componenti: non ci nasconderemo dietro simboli o onorevoli; e avremo di conseguenza le mani sempre libere, evitandoci ogni imposizione dall'alto».

Nei prossimi giorni, però, lei terrà un incontro col ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti (Udc, il partito che Anzola rappresentava nella giunta Penazzi; ndr).
«È sempre importante interloquire con gli esponenti istituzionali. Il ministro rappresenta tutti i cittadini ed ha voce in capitolo: con lui potremo parlare in modo costruttivo di ambiente e agricoltura, temi vitali per il nostro territorio».

Lei è vicesindaco uscente. Cosa salva della passata amministrazione?
«Credo che il mio operato sia sotto gli occhi di tutti. Nell'ambito delle deleghe a me assegnate, penso di avere ottenuto dei risultati: il centro polifunzionale di Bellaguarda; la piazza di Salina; i lavori in piazzale Libertà; il rafforzamento della pavimentazione in piazza Manzoni, imposto alla ditta costruttrice; la pista di atletica; la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Nel pieno dell'emergenza clandestini, ho tenuto duro di fronte al Prefetto, che chiedeva ai Comuni di farsi carico dell'accoglienza. Avevo fatto presente che Viadana non dispone di strutture idonee, e che ha ben altri problemi. In quell'occasione avevo chiesto al candidato Lega Giovanni Cavatorta di spalleggiarmi, ma lui se n'era ben guardato».

L'aver avuto esperienze in amministrazione può costituire una garanzia?
«Ritengo proprio di sì: non ci si può improvvisare amministratori di un Comune grande e complesso come Viadana. Imparare a muoversi all'interno della macchina richiede un anno di tempo; noi invece, sin dal giorno successivo all'insediamento, saremo immediatamente operativi».

E cosa butta del precedente mandato?
«Le continue contrapposizioni, scaturite nel commissariamento del Comune: un evento che non ha portato a nulla di buono per Viadana, lasciata per un anno priva di indirizzi politici. E fa specie vedere che i responsabili di quel clima litigioso siano ora di nuovo in pista».

È possibile voltar pagina?
«Il nostro è un progetto per la rivincita e rinascita di Viadana. Non è il momento di rimpiangere il passato, ma di ripartire».

Come?
«Il sindaco deve rappresentare e tutelare la popolazione nei confronti delle istituzioni, del Comune stesso: per questo promettiamo impegno ed ascolto verso le istanze della cittadinanza. Se necessario, riceveremo anche fuori del classico orario d'ufficio; e questa non è una boutade, ci crediamo veramente: giunta e sindaco saranno itineranti, a disposizione su appuntamento negli orari e nei luoghi più idonei per andare incontro alle esigenze dei cittadini».

Il suo slogan elettorale è “L'Europa ci guarda, Viadana ci riguarda”.
«L'Unione Europea vincola i Comuni con patto di stabilità e regolamenti; ma le realtà locali non possono rimanere bistrattate: Viadana deve tornare a contare. L'Europa è comunque anche un'opportunità, perché mette a disposizione importanti contributi: per questo pensiamo di istituire un ufficio ad hoc, per lo studio dei progetti e la partecipazione ai bandi».

Può indicarci alcune priorità programmatiche?
«Il Piano di governo del territorio, che dovrà incentivare i recuperi edilizi nei centri storici e nelle aree rurali, così da preservare il territorio, rilanciare l'edilizia e migliorare il decoro urbano. La sicurezza: l'applicazione di nuove tecnologie per la videosorveglianza, coi sistemi Ocr per la lettura delle targhe; la revisione del ruolo di agente di Polizia locale, che non dovrà più essere impiegato in mansioni d'ufficio; la costituzione di un nucleo specializzato anti bullismo e violenze in famiglia. Il Piano traffico e la rivitalizzazione del centro storico, a partire dalla riapertura della piazza e dalla sostituzione delle strisce blu col disco orario. Il miglioramento del servizio rifiuti. La riorganizzazione e sburocratizzazione della macchina municipale».

Come si comporterà in caso di ballottaggio?
«Abbiamo risposte positive dagli elettori. Pensiamo di poter andare al secondo turno; e non ci apparenteremo con nessuno, per rimanere coerenti con la nostra impostazione civica. Il nostro programma è realizzabile in un solo mandato, e lo vogliamo concretizzare: non siamo pertanto disponibili ad annacquarlo con accordi elettorali. Mentre non è un segreto per nessuno che la Lega ha fatto promesse all’area dei Verdi che milita nei Grillini; o che il Pd ha aperto a Forza Italia».

Quanto costerà la sua campagna elettorale?
«Conto di rimanere entro i 10mila euro, che finanzierò coi miei risparmi personali».

Riccardo Negri

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