Palazzi è il nuovo sindaco di Mantova
Il candidato del centro sinistra stravince 62-37. Il 56% dei mantovani si è astenuto. La festa nella notte: "Una grande responsabilità" Il commento del direttore della Gazzetta Boldrini LE FOTO: La festa gialla di Palazzi I VIDEO: i brindisi e i cori per Palazzi sindaco La prima intervista di Palazzi
Sandro Mortari
MANTOVA. Dodici minuti dopo la mezzanotte esplode la festa nella sede del comitato elettorale in corso Vittorio Emanuele. È appena arrivato il risultato dell’ultima sezione elettorale che conferma quanto ormai si era intuito già dopo lo spoglio delle prime schede. Mattia Palazzi, 37 anni, ex presidente provinciale dell’Arci, iscritto al Pd, è il nuovo sindaco della città.
È stato capace, grazie anche all’intuizione di schierare la sua lista gialla, con tanti giovani fuori dal Pd, di strappare la città al centrodestra che l’aveva conquistata nel 2010 dopo 65 anni di amministrazioni di centrosinistra. Lo ha fatto con un risultato che amplifica quello del primo turno: 9.966 voti contro i 5.964 della Bulbarelli, 62,56% contro il 37,44%: un divario ancora maggiore rispetto a quello scavato due settimane fa. Fiorenza Brioni, cinque anni fa, aveva ceduto a Sodano con 10.830 voti (lui ne aveva conquistati 11.821, il 52,19%), ma i votanti furono molti di più.
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Mancano due minuti alla mezzanotte e i fans, nella sede, già applaudono alla vittoria, gli gridano «sindaco, sindaco», ma lui, Palazzi teso come una corda di violino fin dalla sua apparizione in sede, subito dopo la chiusura delle urne, respinge i complimenti: «Aspettiamo tutti i risultati». Poco prima aveva lanciato un’occhiata di fuoco al fratello Amedeo che aveva gridato alla vittoria. Finalmente arriva l’ultimo dato, quella della sezione 29 di Valletta Valsecchi dove stravince.
Elezioni Mantova: i festeggiamenti del comitato del neo sindaco Palazzi
La poltrona di primo cittadino è sua. Palazzi si scioglie in un largo sorriso, sale in piedi sulla sedia e dominando la ressa che si era formata nella sala per debordare sul marciapiede, parla ad un centinaio di persone che esultano: «Ringrazio tutti, questa è la vostra vittoria». Tutt’intorno è un’esplosione di gioia, saltano i tappi delle prime bottiglie di spumante e arrivano abbracci e strette di mano da tutti. Si complimentano con lui la segretaria provinciale del Pd Antonella Forattini, quello di Sel Fausto Banzi e quello cittadino del Pd Andrea Murari; e poi Rino Rosano, leader dei Popolari per Mantova, il deputato Marco Carra e il suo omonimo consigliere regionale del Pd. C’è anche Ezio Zani, sorridente e felice, che già alle 23.20, dopo i primi risultati favorevoli a Palazzi, aveva rianimato gli uomini del comitato ancora preoccupati e silenti: «Le amministrative sono una scienza esatta: se lavori bene, vinci».
Elezioni Mantova: la prima intervista da neo sindaco di Mattia Palazzi
Il neo sindaco continua: «Abbiamo una grande responsabilità, non lasciatemi solo perché ho bisogno di voi». Riceve anche la telefonata del sindaco uscente Nicola Sodano per complimentarsi, mentre lui telefona alla sua rivale. «Dobbiamo cambiare tutto» aggiunge davanti ai microfoni riecheggiando il leit motive della sua vittoriosa campagna elettorale lunga nove mesi. «Questa città vuole il cambiamento, ora mi devo meritare la fiducia che hanno riposto in me». In aula consiliare, la proclamazione, poi subito al lavoro: «Voglio ridare vivibilità ai quartieri e rimettere la città al centro delle relazioni internazionali. E ho già un appuntamento fissato con il ministro Delrio per parlare di infrastrutture». Intanto, a breve è attesa la giunta che sarà presentata al primo consiglio comunale da tenersi entro 20 giorni dalla proclamazione del sindaco.
Ha vinto il centrosinistra, ma l’astensionismo è ampiamente il primo partito di Mantova. Anche ieri al ballottaggio a disertare le urne è stata una cifra ragguardevole di elettori, ben il 56,65% del totale. Il che significa che a scegliere il nuovo sindaco di Mantova sono stati appena 16.398 dei 37.826 aventi di diritto, pari al 43,35% del corpo elettorale. Meno della metà. Al primo turno, due settimane fa, si era raggiunto il 55,08% (20.837 votanti), record negativo da quando, nel 1995, è stata introdotta l’elezione diretta del sindaco (ma anche a livello di altre consultazioni, dal dopoguerra ad oggi, mai vi è stata una percentuale così bassa di votanti). Anche per quanto riguarda i ballottaggi per il primo cittadino, quello di ieri è stato il «più snobbato» dei cinque precedenti. L’ultimo ballottaggio che decreto il ribaltone del rimo turno tra Fiorenza Brioni e Sodano registrò un’affluenza del 59,81% (23.089 votanti).
Che nessuno dei due candidati sindaci fosse riuscito a mobilitare più elettori del primo turno, soprattutto Paola Bulbarelli che puntava sugli astenuti di due settimane fa per recuperare lo svantaggio, lo si era capito fin dalla prima rilevazione delle 12. A quell’ora alle urne si erano recati in 6.086, pari al 16,09%, 5 punti in meno del 31 maggio quando l’affluenza raggiunse il 21,30% (8.058 elettori). Poi, nel pomeriggio, a frenare elettori c’è stato anche il temporale. Fino alle 18, infatti, i seggi sono rimasti pressochè deserti; poi verso sera gli elettori hanno ripreso ad arrivare. Alle 19, comunque, l’affluenza si era attestata sul 33,61% (12.712 votanti), ben al di sotto del 43,67% del primo turno (16.519 votanti). Il dato definitivo delle 23 (ieri si è votato per la prima volta per il ballottaggio in un’unica giornata, la domenica, come era successo per il primo turno) confermava il crollo dell’affluenza.
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