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Mantova, scatta il totoassesori della giunta Palazzi

Tra i volti nuovi c'è Marianna Pavesi: per l’insegnante ipotesi della delega all’istruzione. Molte chance per i dem Buvoli e Murari, poche per Banzi

Nicola Corradini
2 minuti di lettura
Il sindaco Mattia Palazzi 

MANTOVA. Dicono, nel suo partito, che il nuovo sindaco si sia dato una decina di giorni di tempo per formare la giunta a otto assessori, quattro donne e quattro uomini. Di certo Mattia Palazzi sa che la formazione della giunta sarà il primo banco di prova per uno dei temi ricorrenti nella sua campagna elettorale: quello del cambiamento . Il totoasessori è già entrato in funzione. Ancor prima che Palazzi indossasse la fascia tricolore, nel suo partito, il Pd, circolavano nomi e cognomi in quantità tale da poter fare una giunta grossa come una squadra di calcio. In questa teoria di persone, molti sono i volti nuovi: sia quelli destinati a rimanere soltanto nei tam tam della politica, sia quelli che hanno buone chance.

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Ci sono tre nomi che sono molto più di un semplice gossip scambiato tra militanti su messanger. Il primo è Giovanni Buvoli. Non poteva essere altrimenti. Da mesi Buvoli viene indicato come sicuro assessore al bilancio (è commercialista). Sarebbe l’unico esponente di lunga esperienza nella squadra. A lui, capogruppo uscente del Pd, potrebbero venir affidate anche le deleghe alle attività produttive e al personale. Ci si spinge, ma su questo c’è maggior incertezza, a indicarlo come possibile vice sindaco. L’altro nome è quello del possibile assessore all’istruzione: si tratta di Marianna Pavesi, insegnante di scuola superiore, candidata consigliere del Pd e nuova alla politica. Non ce l’ha fatta a entrare in consiglio per pochi voti. Le sue competenze in fatto di pubblica istruzione sono solide.

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Quasi certo anche l’ingresso di Andrea Murari, segretario comunale del Pd. Su di lui, per la verità, ci sono varie ipotesi in campo: capogruppo (gli eletti Pd sono quasi tutti alla prima esperienza) o presidente dell’aula (ma potrebbe essere Giovanni Pasetti, se verrà recuperato in consiglio). Non tutti sono del parere di inserire il segretario in giunta. Anche se non ci sono incompatibilità, nel partito si porrà un problema di opportunità circa il doppio incarico e un Murari dimissionario aprirebbe una stagione congressuale che potrebbe aprire scontri interni.

Ci sono altri nomi, ovvio. Ma si tratta di ipotesi che non sembrano avere chance concrete di realizzazione. Ad esempio Paola Cortese o il cardiochirurgo Vinicio Fiorani. Anche il capolista della civica gialla, Iacopo Rebecchi, pur quotato, non sembra destinato all’esecutivo. E, tema delicato, nemmeno il segretario di Sel, Fausto Banzi (anche per lui si parla di presidenza dell’aula). Per lavori pubblIci e urbanistica, Palazzi vuole una figura esterna. Per il ruolo di capo di gabinetto è in pole Sebastiano Sali. C’è poi Nicola Martinelli, che molti considerano a un passo dall’assessorato al welfare o ai quartieri. Ma il percorso potrebbe essere un altro. Sono circolati anche i nomi di Laura Ferro e di Francesca Andreatta, ma non c’è nulla di concreto.

Il totoassessori, appunto, è cominciato.

 

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