In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Tutte le lettere al direttore di oggi 22 giugno

5 minuti di lettura

ELEZIONI
La Lista gialla colma un vuoto
La tornata elettorale si è conclusa. Le urne, come sempre, ci regalano numeri, gioie, frustrazioni, scatti di ira e lacrime di gioia. Nel nostro comune capoluogo le elezioni sono andate molto bene. Mattia Palazzi ha saputo interpretare al meglio una campagna elettorale dall’esito tutt’altro che scontato. Il risultato molto positivo della Lista gialla da alcuni osservatori è stato visto come un problema, per altri come una risorsa. A mio avviso sbagliano entrambi. La Lista Palazzi ha saputo colmare un vuoto di rappresentanza del nostro partito. Tale vuoto deve essere colmato da noi senza delegare a soggetti esterni tale compito, se non siamo in grado di farlo non possiamo criticare chi ci riesce.
Sono convinto che una sovraesposizione mediatica ci sia stata per la Lista gialla a scapito della nostra. L’effetto è quantificabile in un seggio in più per il Pd e uno in meno per loro. Mi pare indiscutibile che tali ragionamenti da addetti ai lavori interessano la nostra comunità come le previsioni meteo della Mongolia. Il Pd soffre a Mantova come nel resto d’Italia. Qui è il cuore del problema. Il segretario/presidente del Consiglio in queste ore post elettorali non lo comprende.
Le dichiarazioni contraddittorie a distanza di 15 giorni rivelano una confusione e un panico che non lasciano sperare a nulla di buono. Dopo le regionali: “Grande vittoria 5 a 3 per noi” ignorando il 20% della Lega in Toscana, la sconfitta in Liguria, il 60% dei consensi dell’area Salvini in Veneto. Arriva l’esito dei ballottaggi. Si perde a Venezia, non si tocca palla in Sicilia, si perde ad Arezzo, inoltre non sappiamo come risolvere il caos De Luca e il verminaio del comune di Roma. Da Palazzo Chigi ci si rifugia in: “Non è colpa mia, non ho messo abbastanza uomini nel partito, ho ascoltato troppo i Fassina e compagnia”. Si mette in discussione anche il Santo Graal della rottamazione renziana: le primarie. Se le ricette saranno queste le ferite aumenteranno e non se ne cicatrizzerà alcuna. Fra dieci mesi si voterà per le comunali di Milano e Napoli. Il segretario/presidente deve capire che se va avanti così a testa a bassa porta il partito a sbattere. Da subito è necessario:
1) Riallacciare i rapporti con le rappresentanze sindacali. Umiliate da provvedimenti privi di senso e che non hanno creato un posto di lavoro che è uno. Comunicare al ministro del lavoro che se vuole combattere la disoccupazione giovanile facendo lavorare gratuitamente i ragazzi nel periodo estivo si faccia curare da uno bravo.
2) Ritirare e riscrivere in accordo con famiglie e docenti la riforma della scuola, partendo dalla sostituzione del ministro alla pubblica istruzione.
3) Rivedere il rapporto con il Nuovo centro destra che oltre a tenerci impegnati in giunta per le autorizzazioni mi pare stia dando pochi frutti...
4) Cambiare profondamente il rapporto con gli enti locali. I comuni sono stati dal governo Renzi come dei bancomat dove reperire risorse, lasciandoli soli nella gestione delle emergenze sociali ed economiche.
5) Convocare un congresso straordinario per l’autunno 2016 scindendo le figure di segretario e presidente del Consiglio. Un congresso che non potrà più essere un semplice votificio, ma luogo di discussione dove si deve scegliere che linea politica adottare sui grandi temi come riforma costituzionale, diritti civili, rapporti con l’Europa e alleanze politico elettorali a livello nazionale. Il tempo di subire l’arroganza di chi vuole comandare nel partito senza dirigerlo è terminato, è necessario organizzarsi ad ogni livello per combattere tale deriva.
Anche nel Comune di Mantova si costituirà organicamente all’interno del partito la componente di Sinistradem perché un’altra idea di Pd è possibile.
Francesco Negrini

PEGOGNAGA
Ammirazione per l’ex sindaco
Leggendo la lettera dell’ex sindaco Pietro Truzzi ho provato sincera ammirazione. Con il suo stile, con poche frasi mirate, ha dato una memorabile risposta alle dichiarazioni fatte dal alcune minoranze di Gonzaga, Suzzara e Pegognaga. Tracciando con la memoria il quadro della storia recente di Pegognaga, ha come i migliori artisti comunicato tanto con l’essenziale. Ci ha ricordato che la democrazia si alimenta della partecipazione dei cittadini. Grazie Piero.
Daniele Benfatti

VIA ROMA
Gli assessori in aumento
Durante la campagna elettorale qualcuno a sinistra ha speso più volte il ritornello su una Bulbarelli che non conosce Mantova. A dir la verità c’è una parte di Mantova che non ho voluto deliberatamente conoscere.
O, per meglio dire, non ho voluto praticare. È quella, invischiandosi nella quale, ora Mattia Palazzi fatica a comporre una giunta cominciando a provocare, come rileva anche la Gazzetta, una certa irritazione. La Mantova che non ho voluto conoscere nè praticare è quella delle promesse di assessorati e incarichi in cambio di convergenze di consenso.
E l’organizzazione della macchina elettorale che ha portato al successo Palazzi non può che essersi imperniata proprio su questo meccanismo. Senonchè, quando si fanno promesse e queste promesse sono più numerose e più cospicue di cio che si può mantenere, il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi. Non solo. Tanto per cominciare gli assessorati non sono più i sei della pur tanto biasimata giunta Sodano, ma arriveranno senz’altro a nove, al tetto massimo consentito dalla legge.
E la differenza di spesa, rispetto alla giunta precedente, sarà di 105 mila euro annui (senza contare le segretarie) e dunque di oltre seicentomila euro nel prossimo quinquennio.
Questi quattrini li pagheranno i mantovani con i loro contributi, che certamente aumenteranno anche, anzi soprattutto, per questo motivo.
Dunque, come avevo anticipato durante la campagna elettorale, si perpetua quella pseudo democrazia che, alla fine, vede interessato ai risultati elettorali e quindi alla partecipazione al voto, solo il ceto dispensato, direttamente o indirettamente, di promesse: tutte, naturalmente, a spese del contribuente. Il quale, in questa tornata, è mancato alle urne per quasi il 60%. Ma prima o poi si sveglierà, a meno che non voglia continuare ad essere complice di questo malcostume.
Paola Bulbarelli

IL CASO: NOI E IL GOVERNO
No agli abusi sulla privacy dei lavoratori
Il Consiglio dei ministri con gli ultimi decreti attuativi del Jobs act conferma la scelta netta in favore della deregolamentazione a scapito dei diritti di chi lavora e aumenta di nuovo il potere delle imprese, svalutando il valore del lavoro rendendolo più povero e debole.
I tanti e ripetuti proclami del governo di ridurre il lavoro precario risultano disattesi e anche sulla cancellazione dei contratti di collaborazione si fa marcia indietro e si conferma solo la loro parziale soppressione, lasciando attive molte soluzioni capaci di aggirare le disposizioni.
Nella provincia di Mantova questa tipologia di lavoro riguarda circa il 3% delle assunzioni (poco più di 1.600 persone).
Vedremo quanti collaboratori verranno trasformati in lavoratori dipendenti (che comunque saranno assoggettati alle famigerate tutele crescenti), quanti rimarranno nell’attuale condizione e quanti invece cadranno dalla padella nella brace, vedendosi costretti - pur di continuare il rapporto - ad aprire la partita Iva individuale.
Solo il contratto di associazione in partecipazione viene cancellato, anche se era già stato molto ridimensionato dalla legge Fornero e riguarda un esiguo numero di lavoratori, tanto che l’Osservatorio provinciale non riporta la statistica della tipologia contrattuale.
Si alimenta ulteriormente la possibilità per tutte le attività di ricorrere all’uso dei voucher o buoni lavoro, ampliando la soglia dell’importo per lavoratore da 5.000 a 7.000 euro e confermandone un uso che a Mantova dal 2012 al 2014 ha registrato un aumento del 368%.
Si favorisce il peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti con il demansionamento.
In materia di ammortizzatori si interviene con una significativa riduzione dei tempi di copertura e degli strumenti a disposizione dei lavoratori.
L’introduzione del meccanismo per le aziende del bonus malus sull’utilizzo della cassa integrazione finirà con il favorire i licenziamenti, visto l’aumento del costo delle contribuzioni a carico delle imprese.
Quando viene detto poi che la cassa integrazione viene estesa anche alle aziende medio-piccole, ci si dimentica di sottolineare che - nel frattempo - è stata eliminata la cassa integrazione in deroga.
Infine, sui controlli a distanza, siamo di fronte a un vero e proprio abuso delle norme sulla privacy, che segna un punto di forte arretramento rispetto allo Statuto dei lavoratori.
Non ci si ferma a controllare la prestazione, ma si affida un potere di controllo alle imprese, rendendo più difficile proteggere i lavoratori da indebiti usi delle informazioni.
Questi sono provvedimenti che fanno male al lavoro e non è togliendo i diritti dei lavoratori che si crea nuova occupazione.
Nella nostra provincia la precarietà raggiunge livelli di insostenibilità sociale: delle 57.527 assunzioni del 2014, alle quali vanno aggiunti 9.586 contratti giornalieri (lavoratori che lavorano per un solo giorno), solo il 15,1% sono costituite da contratti a tempo indeterminato (10.144).
Infine, l’aumento dei contratti a tempo indeterminato nel primo quadrimestre è il solo frutto degli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità e comunque bisogna sempre tenere conto che si tratta di contratti a tutele crescenti o a indennizzo crescente, che non hanno l’articolo 18.
Di fatto il governo ha precarizzato anche questo contratto.
Per queste ragioni la Cgil è impegnata a continuare attivamente con la contrattazione a contrastare l’applicazione delle norme più gravi del Jobs act e per aumentare il lavoro stabile e di qualità.
CGIL di Mantova

I commenti dei lettori