Primo ok alla fusione delle Asl: Mantova con Cremona
Via libera della commissione regionale alla riforma della sanità lombarda. Da metà luglio il testo sarà al vaglio dell'aula. L'opposizione annuncia battaglia

MANTOVA. Spariscono le 15 Asl lombarde e al loro posto compaiono 8 Ats o meglio Agenzie di tutela della Salute che vedranno Mantova accorpata a Cremona , le attuali 29 aziende ospedaliere diventano invece 27 Aziende socio sanitarie territoriali (o Asst), verranno assunti tutti i precari degli ospedali e sarà facilitato il part-time per le mamme lavoratrici. Inizia ad avere confini più definiti la nuova geografia della sanità lombarda dopo che lunedì è arrivato il via libera della commissione regionale alla revisione del Titolo 1 e 2 della legge di riforma. Il via libero definitivo dovrebbe arrivare nella prossima seduta del 29 giugno, dopo di che il testo passerà al vaglio dell’aula il 14 luglio. Ma ecco cosa prevede.
Un super assessorato. È stato approvato l’articolo che istituisce l’assessorato unico al Welfare nel quale si fonderanno gli attuali assessorati alla Salute e alla Famiglia, Solidarietà sociale, Volontariato e Pari opportunità. Il presidente della commissione Sanità Fabio Rizzi (Lega Nord) ha spiegato: «Abbiamo specificato che, nel pieno rispetto della Legge Bassanini, sarà in ogni caso prerogativa del presidente della Regione decidere se istituire o meno tale assessorato unico».
Accorpamento Asl. Le Ats di fatto sostituiranno le attuali 15 Aziende Sanitarie Locali e avranno compiti di programmazione dell’offerta sanitaria, di accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie, di negoziazione e acquisto delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie. È stata stralciata la parte relativa alla loro strutturazione territoriale che viene rimandata a un allegato che sarà portato al voto della commissione nella seduta di lunedì prossimo. Dovrebbero essere comunque 8: Mantova sarà con Cremona nella Agenzia di tutela della Salute «Val Padana», Varese con Como nella Ats «Città Metropolitana, Insubria», Monza con Lecco, Bergamo, Pavia, Brescia, Lodi nella Ats «Brianza»; Sondrio con Valcamonica e zone montane nella Ats « Montagna».
Stop alle aziende ospedaliere. Al posto delle attuali 29 aziende ospedaliere vengono istituite le Aziende Socio Sanitarie Territoriali (Asst) cui spetterà il compito di erogare sia le cure ospedaliere che quelle territoriali oggi separate. Anche la loro divisione geografica è stata stralciata, ma dovrebbero essere 22 a cui se ne aggiungeranno altre 5 (tre per gli ospedali con più di mille letti come il Niguarda di Milano e quelli di Brescia e Bergamo e 2 per la loro particolarità milanese ovvero il Sacco e il San Paolo).
Nasce l’agenzia di controllo. Vigilerà sull’offerta di cure ed è stata istituita per prevenire scandali come quelli del Santa Rita e San Raffaele. Sarà composta da da un direttore generale e uno sanitario nominati dalla giunta, da 2 membri con competenze legali e gestionali nominati dal consiglio e dal collegio dei revisori.
Un centro per le tecnologie. Si chiamerà Gruppo di approfondimento tecnico sulle tecnologie sanitarie (Gat) il comitato tecnico scientifico che avrà il compito di fornire raccomandazioni e informazioni sull’utilizzo di farmaci, di protesi e di dispositivi tecnico chirurgici.
Convenzioni più facili. La riforma prevede facilitazioni burocratiche e amministrative per la stipula di convenzioni riconoscendo agli ospedali privati un ruolo importante. In sostanza le strutture private sanitarie e sociali potranno sottoscrivere con le Ats convenzioni analoghe a quelle previste per le Asst «con i medesimi diritti e doveri previsti per le strutture pubbliche».
Le prossime tappe. L’esame della riforma sanitaria è previsto in aula dal 14 al 17 luglio. Nel caso 4 giorni non fossero sufficienti per l’approvazione, sono state programmate come date ulteriori il 30 e 31 luglio e il 4, 5 e 6 agosto. L’opposizione d’altronde è decisa a dare battaglia.
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