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Giunta Palazzi a nove con l’architetto di Boeri

Ad affiancare il sindaco quattro assessori del Pd, tre della civica gialla e uno di Sel. Ricostruzione urbana alla Baroncelli

di Nicola Corradini
2 minuti di lettura

MANTOVA. I nomi, bene o male, erano già usciti nelle indiscrezioni degli ultimi giorni. Quasi tutte confermate. La giunta di Mattia Palazzi sarà formata da nove componenti nessuno dei quali – tranne lo stesso sindaco – con precedenti esperienze da assessore. Alcuni di loro, per la verità, non sono volti nuovi per la cronaca politica, ma per la maggior parte si tratta di amministratori che difficilmente (o mai) abbiamo visto negli articoli di politica locale.

La squadra verrà presentata nel pomeriggio da Palazzi, ma già nella notte di ieri (giovedì), a tarda ora, il sindaco ne ha parlato durante un incontro con gli eletti del partito. Gli ultimi nodi da sciogliere, tra una riunione di lavoro e l’altra che abbondano in queste ore per il sindaco (vicenda bomba, questione Mantova calcio, presentazione di Festivaletteratura), erano le deleghe e l’incontro a tarda ora con l’unico vero “oggetto misterioso” della squadra, l’assessore (donna) esterna che si occuperà di promozione della città, di “rigenerazione urbana”.

Si tratta di Lorenza Baroncelli, romana, collaboratrice dell’archistar Stefano Boeri e lavora nel suo studio a Milano. Collabora col museo d’arte moderna di New York. Tra i vari incarichi professionali svolti c’è anche un complesso progetto di rigenerazione urbana in Albania.

Ad accompagnare Palazzi (che si è tenuto la delega sulla cultura) nel governo della città saranno quattro Pd – Giovanni Buvoli (vice sindaco), Andrea Murari, Nicola Martinelli e Marianna Pavesi – tre civici della lista gialla del sindaco (Andra Caprini, Iacopo Rebecchi e Adriana Nepote) e un’esponente di Sel (Paola Nobis).

Sulle deleghe il sindaco ha ragionato fino a tarda ora. Quelle principali, in realtà, erano bene o male già definite da tempo, ma in un’amministrazione ogni assessore ha in genere più di un campo da seguire. Vediamole.

Per Buvoli le deleghe sono ormai note e legate strettamente alle sue competenze professionali di consulente fiscalista: bilancio e personale. Murari dovrà occuparsi di due temi tra loro spesso legati: ambiente e urbanistica. Martinelli ai quartieri e ai lavori pubblici. La Pavesi, docente di istituto superiore, sarà assessore all’istruzione. Come notato già nei giorni scorsi durante un incontro tra il sindaco e la segreteria comunale del partito (non risultano incontri con quella provinciale) ai democratici vengono affidate quasi tutte le principali deleghe disponibili, quelle che possono lasciare il segno distintivo di un’amministrazione.

All’interno del gruppo consiliare verrà anche individuato il futuro presidente del consiglio, figura istituzionale che in molti frangenti (ad esempio nell’interpretazione dei regolamenti e delle norme che disciplinano l’attività dell’aula, su cui di frequente si innestano polemiche pesanti con le minoranze) richiede una forte personalità e una capacità di gestire i delicati equilibri politici (e, perché no?, umorali) dell’organismo assembleare. È a un passo dall’ok Massimo Allegretti, già consigliere comunale durante il mandato di Sodano, con Giovanni Pasetti possibile alternativa (ma più probabilmente destinato al ruolo di capogruppo). Per quell’incarico si era ragionato, poco dopo la vittoria alle urne, anche su altri due nomi: Murari e Rebecchi.

I nuovi assessori civici attinti dalla formazione espressione dello stesso sindaco (che, non va dimenticato, è un esponente del Pd) hanno le deleghe alla polizia locale – che implica un’attenzione anche alla questione sicurezza, capitolo non secondario di questi tempi – ( Rebecchi), università e innovazione (la Nepote) e, infine, servizi sociali e politiche giovanili (Caprini) che, generalmente, vengono lette come la cartina di tornasole della attinenza ai principi storici base della sinistra. C’è poi la delega sulla mobilità affidata alla Nobis di Sel.

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