POLITICA
L’effetto Renzi ormai è passato.
La disaffezione, il disincanto, verso la narrazione Renziana negli ultimi tempi, si vedeva, si sentiva e poi si è inevitabilmente contata nelle urne; il bruciante esito elettorale non è dipeso dai soliti gufi, iettatori o altra flora e fauna, ma unicamente per quello che ha fatto (e non ha fatto) Renzi in questo anno e mezzo di governo. La sinistra d’opinione, non quella interna d’apparato, quella dei penultimatum e delle consorterie di potere, ma quella di un’opinione pubblica che pensa a sinistra e che rappresenta quel blocco di valori e di passioni che sono stati il cemento di questi 70 anni di Repubblica, si è sentita tradita dall’azione Renziana e l’ha punito. L’atteggiamento successivo al voto lascia intuire che non si terrà minimamente conto del messaggio delle urne, con il rischio che da un lato questo possa alimentare nel popolo di sinistra un sentimento di estraneità e di disamore e dall’altro radicalizzare un sentimento negativo verso il Pd come si è osservato nei ballottaggi di pochi giorni fa, dove si è rivisto il film di Parma di tre anni fa: tutti contro il Pd e il grillino che finisce in municipio. In questo anno e mezzo di governo troppe sono state le misure che hanno colpito il nostro popolo che si è sentito tradito. Allo stesso tempo, quello su cui Renzi avrebbe dovuto intervenire, l’ha accantonato o delegato ad altri: è il caso degli ultimi fenomeni migratori dall’Africa a cui non si può rispondere, sempre e solo, con l’appello alla tolleranza e al cosmopolitismo perché la gente ha paura lo stesso; servono risposte concrete contro lo scempio della dignità umana che si è visto in questi giorni, così come servono risposte concrete contro gli eventi delittuosi, sempre, degli ultimi giorni; nella crisi del Kosovo ci furono 500 mila profughi, ma non vi fu questo stato di tensione. È anche il caso di mafia capitale, che viene dopo le vicende di Penati, i fatti all’Expo e del Mose: era una questione che andava risolta immediatamente alla radice appena se ne ebbe il sentore; un grande politico dello scorso secolo, ci ammonì a non trascurare questo argomento: “La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico”. Così si esprimeva Enrico Berlinguer, nella sua intervista a Repubblica del 28 luglio 1981. Infine, la recente sconfitta dei socialdemocratici in Danimarca, che fa seguito alla scomparsa del Pasok in Grecia, alla sconfitta del Psoe in Spagna, dei laburisti in Gran Bretagna e presto del Psf in Francia e la ormai duratura scomparsa politica dell’Spd in Germania, ci induce a pensare che stia tramontando una stagione politica e che la sinistra stia perdendo la battaglia delle idee: non è un caso se negli ultimi anni molte delle proposte della sinistra europea erano versioni light di ricette dei partiti conservatori. Se un movimento politico smette di saper parlare alla gente, significa che sta esaurendo la sua spinta ideale e, inevitabilmente, muore. Forse è meglio così: perché nasca il nuovo è necessario che muoia il vecchio. Piaccia o non piaccia, al nostro amico fiorentino. Gino Motta
INCIDENTI/1
Un incrocio pericoloso.
Sono rimasto molto impressionato vedendo un corpo sotto quel lenzuolo in viale Gorizia. Per evitare attraversamenti così pericolosi, non si è mai pensato di mettere l’obbligo di svolta a destra uscendo da viale Carso su viale Gorizia? Ovviamente ci vorrà qualche ritocco sui sensi unici, ma meglio che un altro semaforo. Con lo stesso sistema si potrebbe tenere il semaforo vicino solo per pedoni e biciclette, accorciando i tempi visto che provoca incolonnamenti, specie in questi giorni. Ricordo che un piano del traffico precedente al 2000 aveva programmato anche via Fancelli a senso unico da via Dugoni a viale Piave! Basterebbe che uscendo su viale Piave ci fosse obbligo di svolta a destra e si sarebbe reso sicuro un altro incrocio pericoloso. Ma ci sono gli specialisti della viabilità o no?
Fausto Palvarini
INCIDENTI/2
Bisogna evitare altri vittime.
Vorrei mettere in evidenza un problema molto delicato, quello della sicurezza stradale. Negli ultimi anni sia a Mantova, che su tutto il territorio italiano, si sono consumate molte tragedie. La sicurezza stradale ad oggi è considerata una delle maggiori emergenze nazionali, basti ricordare che la mortalità stradale in Italia è una delle prime cause di morte. Il mio auspicio è ovviamente che tutto questo possa positivamente evolversi, per fare questo però c’è bisogno del contributo di tutti, dei decisori politici, degli enti e delle istituzioni a vario titolo coinvolti, degli utenti della strada e di ogni singolo cittadino. Faccio un esempio personale. Io mi sposto principalmente in motorino o bicicletta e da un po’di tempo indosso sempre il giubbotto giallo o rosso cartarifrangente. Mi sono accorto che gli automobilisti prestano molta più attenzione da quando adotto questo sistema. Quanta tristezza, per quell’incidente accaduto negli ultimi giorni in viale Gorizia... Arrivo al punto: perché non proporre una legge dove appunto ciclisti e motociclisti indossino questi giubbotti? Secondo il mio parere salverebbero molte vite umane! Chiedo ai lettori, qual è il vostro punto di vista? Sarebbe un buon sistema? Cosa ne pensano gli organi competenti, le forze dell’ordine?
Remo Mazza
GOVERNO
Il burattino filo americano.
Arma di distrazione di massa. Gli Usa legalizzano le nozze gay ma non escludono che qualche nostalgico sudista, a cui il padre ha regalato il mitra, possa ammazzare in 5 minuti una decina di persone che non la pensano come lui. Dal paese che si ostina ad essere padrone del mondo a qualsiasi prezzo e, nonostante la demagogia profusa mediaticamente, in tutto il globo non riesca a mascherare secoli di nefandezze, a partire dall’ordinaria e quotidiana ingiustizia sociale, non può arrivare alcun insegnamento apprezzabile. Prima occorre la giustizia sociale. Uno stato di diritto che tuteli i più deboli, garantisca loro di affrancarsi con il lavoro e che i diritti sociali non siano calpestati. Se ciò si realizzerà ma potrò esserlo solo con la lotta di classe, potranno esistere tutti i diritti civili. Ma in un mondo dove i ricchi diventano sempre più ricchi a danno di poveri che lo sono sempre più e, proprio in queste ore, dove la Grecia viene eletta ad esempio sacrificale dei dettami del capitalismo, i comunisti e le comuniste non si faranno distrarre da questa ennesima pagliacciata mediatica. Giustizia e diritti sociali devono significare contemporaneamente diritti civili. In caso contrario saranno solo privilegi per i più ricchi. Orpelli borghesi per marcare le differenze, vaneggiando che non ci siano più. Tanto che in Italia, il Pd filo Usa del burattino Renzi nonostante abbia applaudito il capo del mondo libero solo poche settimane orsono, anche in questo caso, è solo in grado di vaneggiare.
Monica Perugini
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