Ventenne mantovano intossicato dal francobollo con la droga
Ragazzo in prognosi riservata per un allucinogeno. In ospedale anche un trentacinquenne imbottito di cocaina

Uno ha 20 anni, l’altro 35. Abitano entrambi nell’hinterland e hanno incrociato i propri passi in ospedale dopo una notte d’eccessi, anche se probabilmente i due non si conoscono nemmeno. Eccessi di droga. Il ventenne è inciampato in un bruttissimo “viaggio” dopo aver leccato un francobollo imbevuto di una sostanza sintetica: le chiamano smart drugs, letteralmente droghe furbe perché di libera vendita, ma possono essere altamente tossiche. A riferire del “cartone” - così in gergo i francobolli allucinogeni - sarebbe stato lo stesso ragazzo, adesso ricoverato in prognosi riservata. Con un gran paura addosso.
Intossicato pure il 35enne, che per moltiplicare la percezione della realtà è ricorso invece alla cocaina. A differenza del trip allucinogeno dei “cartoni”, la polvere bianca amplifica la reattività fisica e mentale, spegnendo gli stimoli. Niente sonno, fame e sete. La cocaina aumenta la sensazione di forza e di energia, diminuisce il senso di fatica. Le pupille si dilatano e gli occhi diventano ipersensibili alla luce. La stanchezza piomba addosso dopo qualche ora dall’assunzione, quando l’eccitazione deraglia in un sonno di piombo e la reattività si rovescia in depressione.
«Tipici segni di intossicazione riguardano le pupille dilatate, tremori, ulcere al naso e manie persecutorie» si legge sul sito dei carabinieri, nella sezione dedicata alla tossicodipendenza.
Smart drugs e cocaina sono due facce diverse della stessa medaglia (ammaccata). Le droghe furbe pongono un problema di classificazione e speculano sull’incertezza normativa: a volte è sufficiente ritoccare una molecola per aggirare la tabella degli stupefacenti del ministero della Salute e garantirsi così la libera vendita.
Il guaio è che, di ritocco in ritocco, il giochino può essere replicato all’infinito (o quasi). Altro discorso per la cocaina, stupefacente certo e illegale, che innesca una schiavitù psichica.
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