MANTOVA.
Otto ordinanze di sgombero per trenta persone, tra cui dodici bambini. Sono quelle emesse dal Comune nei confronti di una parte degli abitanti di un condominio di via Paride Suzzara Verdi a Lunetta, un edificio fatiscente in cui (almeno negli alloggi individuati nelle ordinanze) si vive in pessime condizioni igienico-sanitarie. Entro 90 giorni dalla notifica, avvenuta la settimana scorsa, le otto famiglie (tre italiane e cinque straniere) dovranno abbandonare i loro appartamenti nel caseggiato; nel contempo, i proprietari (tre persone, di cui una residente a Bresso, nel Milanese, un’altra a Milano e la terza, un 99enne, a Coriano in provincia di Rimini) dovranno eseguire i lavori necessari per ottenere un nuovo certificato di agibilità.
È l’epilogo di una vicenda iniziata un anno e mezzo fa quando i padroni di casa denunciarono alla Polizia una presunta occupazione abusiva del condominio (da ristrutturare e in attesa di un compratore veniva specificato) da parte di una settantina di persone. Era la risposta alle 24 violazioni del regolamento di igiene comunale, con relativa multa, contestate ai proprietari dal Comune e sintetizzate in 210 verbali (nove per ogni infrazione). Dopo vari sopralluoghi dell’Asl e dei Vigili del fuoco e lunghe indagini di Polizia di Stato e Polizia locale, la Questura ha escluso l’occupazione abusiva, individuando chiare responsabilità da parte dei proprietari nei confronti di circa la metà di quelli che le autorità ritengono a tutti gli effetti degli inquilini.
Da qui le otto ordinanze di sgombero che mettono in rilievo le pessime condizioni igienico-sanitarie in cui vivono quelle famiglie, messe in pericolo anche da impianti di riscaldamento di fortuna, con tubi di gomma allacciati alla bene e meglio a serbatoi di Gpl. E poi muffa ovunque, che evidenzia l’umidità che regna nelle varie stanze e, quindi, la loro insalubrità. E adesso, che cosa succederà visto che di mezzo ci sono anche dei minori? «Valuteremo con i servizi sociali la strategia da adottare - dice il vice comandante della Polizia locale
Luigi Marcone -. Di certo, non sbatteremo le famiglie, e soprattutto i bambini, in strada».
I servizi sociali già da tempo si stanno occupando del caso, ma ancora non hanno approntato un piano di intervento in vista degli sgomberi. Del resto, il tempo non manca. Come detto, gli inquilini hanno tre mesi a disposizione per lasciare i loro alloggi, lo stesso tempo concesso ai proprietari per eseguire gli interventi di risanamento. E poi vi è sempre la possibilità di ricorrere al Tar, entro 60 giorni, oppure al presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla notifica dell’ordinanza. Strada che i proprietari potrebbero intraprendere visto che si sono già opposti ai 210 verbali e alla sanzione complessiva di circa 4mila euro.
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