Sabbioneta, lascia il presidente della fondazione Gonzaga
Dimissioni alla Fondazione. Finisce in consiglio il report sui conti in rosso. "Situazione economica insostenibile"
SABBIONETA. Stefano Prandini ha rassegnato con effetto immediato ed irrevocabile le dimissioni da presidente e consigliere di amministrazione della Fondazione Isabella Gonzaga- onlus per motivi di salute. In una lettera indirizzata agli consiglieri Malagola, Bocchi, Pincella e Boroni ed al sindaco Aldo Vincenzi, Prandini, che aveva illustrato i problemi dell'ente nell'ultima seduta del consiglio comunale, spiega che «la patologia cardiaca di cui soffro da alcuni anni e per la quale ho dovuto sottopormi a diversi interventi mi consente una normale vita lavorativa e un tenore di vita regolato e tranquillo. Ma nulla più. Perciò da otto anni ho rinunciato a qualsiasi incarico. Ultimamente ho contravvenuto per generosità ed errato calcolo delle mie forze fisiche a questa saggia anche se dura limitazione che mi ero imposto impegnandomi con notevole sforzo psicofisico sia in attività di contrasto alle mafie sia nella presidenza di questa Fondazione, nell'esclusivo interesse della collettività. Ho preteso troppo dalle mie forze dimenticando di essere un uomo malato che deve stare ben attento a non chiedere al proprio organismo più di ciò che esso può dargli senza mettersi in condizione di rischio. Per questo rassegno le dimissioni».
A norma di statuto, i poteri del presidente passano al vice presidente fino alla nomina di un nuovo presidente da parte del Cda.
Nell’ultimo consiglio, Prandini aveva fatto il punto sul contenzioso legale che è in atto con la Fondazione Ermes e con il suo presidente Matteo Fazzi: è stata depositata al tribunale di Mantova un'istanza di sfratto per morosità e sono all'esame ulteriori azioni legali a seguito delle varie inadempienze contrattuali compiute da Ermes. Prandini aveva poi illustrato la situazione economica della Fondazione, evidenziando le forti perdite d'esercizio che nel giro di un quinquennio si stimano in circa 400mila euro. La situazione è economicamente insostenibile e, secondo il suo presidente, ora dimissionario, va ripensata radicalmente la modalità di gestione ed è necessario un accordo di partenariato con il Comune e altri soggetti pubblici e privati.(r.m.)
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