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Tariffe acqua a rischio: verso un rialzo per tutti

I comuni mantovani dovranno avere una tariffa unica e una gestione unitaria del servizio idrico: nel 2021 il costo di un metro cubo di acqua per uso domestico a 1,91 euro

Rita Lafelli
1 minuto di lettura

MANTOVA. Tra qualche anno farsi la doccia ogni giorno potrebbe diventare un piccolo lusso. All’orizzonte, infatti, si prospettano pesanti rincari del costo dell’acqua in tutti i Comuni mantovani, che, per adeguarsi alle normative nazionali, dovranno avere una sola tariffa ed una gestione unitaria del servizio idrico integrato, attualmente nelle mani di quattro diverse società (Tea Acque, Sicam, Aimag ed Indecast).

Per risolvere questa anomalia, in contrasto con le disposizioni contenute nel decreto Sbocca Italia e nella legge di Stabilità, Provincia e Ufficio d’ambito (Aato) hanno elaborato un progetto di aggregazione dei gestori idrici e di convergenza tariffaria al rialzo, che nel 2021 porterà il costo di un metro cubo di acqua per uso domestico a 1,91 euro.

Il piano è stato sottoposto all’attenzione delle amministrazioni comunali nel corso di due riunioni, che si sono tenute lunedì 20 luglio a Poggio Rusco e il giorno successivo a Casalmoro. Due incontri che sembrano aver creato parecchio scompiglio. «Molti sindaci sono sul piede di guerra – rivela Gianni Chizzoni, primo cittadino di Rodigo – perché, per stabilire la tariffa unitaria, si è preso come riferimento la più alta e spropositata. Ovvero quella applicata da Sicam, che già da quest’anno pretende per le utenze domestiche 1,88 euro a metro cubo. Un vero salasso per il miei cittadini e per quelli degli altri venti Comuni dell’Alto Mantovano, il cui servizio idrico è amministrato da Sicam».

Nelle zone controllate da società meno care, gli aumenti dovrebbero essere spalmati nell’arco dei prossimi cinque anni, per rendere meno traumatico l’adeguamento. Ad esempio a Mantova e negli altri Comuni gestiti da Tea, nel 2014 un metro cubo di acqua per uso domestico costava 1,39 euro, ma per i consumi del 2015 il prezzo salirà a 1,46 ed ogni anno subirà un ulteriore incremento di 8 centesimi fino ad arrivare nel 2021 alla tariffa provinciale unica di 1,91 euro.

Il progetto, ora al vaglio delle amministrazioni comunali e dei gestori idrici, suggerisce come percorso di adeguamento normativo l’aggregazione delle quattro società già esistenti sul territorio. Un iter da attuarsi attraverso un protocollo d’intesa, che dovrà essere approvato dalla Conferenza dei Comuni e sottoscritto da Provincia, Aato, Tea, Sicam, Aimag ed Indecast. Il piano di fusione dei gestori dovrebbe essere avviato entro il 15 settembre, ma, se non si arrivasse ad un accordo entro il mese successivo, potrebbe scattare d’ufficio la procedura normativa di individuazione del gestore unico d’ambito. «Questo programma per me e molti altri sindaci è inaccettabile – commenta Chizzoni – l’attuale situazione provinciale è irregolare, ma la soluzione prospettata penalizzerà troppo i cittadini. Dobbiamo ribellarci, anche a costo di chiedere il commissariamento dell’Aato».

 

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