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Podestà, cantiere fermo: serve un nuovo progetto

Il sindaco sollecita imprese e sovrintendenza: entro agosto bisogna chiudere. E oggi incontra l’archistar Rota per definire la destinazione d’uso del palazzo

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MANTOVA. Sono ormai quattro mesi che i lavori al palazzo del Podestà sono fermi. Non più operai in giro per le 227 stanze distribuite su otto piani (sfalsati), ma cantiere deserto e preoccupazione che cresce nella nuova amministrazione comunale. Il Consorzio cooperative costruzioni di Bologna e la Piacenti spa di Prato, l’associazione di imprese che ha vinto l’appalto per il restauro e il recupero del monumento con facciata rinascimentale e cuore duecentesco, devono adeguare il progetto esecutivo alle prescrizioni formulate dalla sovrintendenza. Solo dopo che il nuovo elaborato sarà pronto e avrà ottenuto il via libera della Direzione regionale per i beni culturali i lavori potranno riprendere.

[[(gele.Finegil.Image2014v1) Mantova]]

A quel punto, però, si dovrà necessariamente rivedere il cronoprogramma dato che sarà quasi impossibile rispettare la data dell’ottobre 2016 come conclusione dell’intervento. Il sindaco Mattia Palazzi dopo poco più di un mese dall’insediamento è già consapevole dei ritardi accumulati dal cantiere e si è dato subito da fare per riannodare i fili tra imprese e sovrintendenza: «Ho già scritto alla capofila Ccc e sentito la sovrintendenza affinchè organizzino un incontro entro agosto per chiudere col progetto esecutivo e far ripartire i lavori. Penso che si vedranno già tra una decina di giorni. Domani (oggi, ndr) incontrerò a pranzo l’architetto progettista Italo Rota per capire che destinazione dare al palazzo una volta recuperato, perché ancora non è stato deciso come utilizzarlo. Lì - spiega il primo cittadino - devono andarci funzioni che riescano ad essere economicamente sostenibili; servono funzioni che diano attrattività al centro storico».

Per questo Palazzi dice no «ad una sede di rappresentanza, comunale o altro», all’interno del palazzo: «Si era parlato anche di un percorso espositivo da realizzare tra quelle stanze: l’idea potrebbe essere buona, ma poi chi gestirà? Quali saranno i costi?». Nel dicembre 2013 la giunta Sodano aveva votato una delibera di indirizzo che cancellava l’ipotesi di rendere il Podestà sede istituzionale come era previsto al momento dell’appalto. Per il centrodestra quell’edificio storico che domina piazza Erbe avrebbe dovuto diventare uno spazio museale e di incontro per i cittadini e per i turisti, in cui ammirare i suoi tesori fatti di affreschi e di altre testimonianze artistiche che si sono accumulate e sovrapposte nei secoli.

Con un infopoint turistico al piano terra e un «salotto della città» all’ultimo piano, la Masseria, per godere di Mantova dall’alto. Vedremo che cosa decideranno sindaco e archistar. Nel frattempo, una volta pronto il nuovo progetto esecutivo, bisognerà rivedere l’intero cronoprogramma dell’opera. Secondo il contratto firmato il 18 aprile 2014 tra Comune e imprese, i lavori di restauro avrebbero dovuto durare 30 mesi e concludersi, quindi, entro ottobre 2016. Con il blocco del cantiere a causa delle prescrizioni imposte dalla sovrintendenza tutta la tempistica salta. Gli ultimi lavori eseguiti al Podestà riguardano la messa in sicurezza dopo il terremoto del 2012; però, non tutti gli interventi sono stati completati dato che tra le prescrizioni della sovrintendenza alcune riguardano anche l’alleggerimento delle volte in funzione antisismica. Il restauro dell’intero Podestà costerà al Comune 24 milioni di euro; per adesso si farà solo il primo lotto da 13 milioni 925mila euro, tutti soldi di Via Roma già in cassa. La somma mancante dovrà essere trovata.

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