I cittadini protestano per le bollette pazze: è la rivolta dell’acqua
Fatture alte a Rodigo e Rivalta dopo il limbo post sisma. E a Castellucchio le famiglie dicono no al passaggio a Tea
RODIGO. A Rodigo e Rivalta cresce la protesta dei cittadini contro le maxi-bollette recapitate da Sicam. Dopo il limbo delle agevolazioni riservate agli abitanti delle zone terremotate, il risveglio è stato traumatico: centinaia di euro da saldare entro il 31 agosto solo per il servizio di depurazione delle acque.
Il Comune di Rodigo, infatti, è completamente sprovvisto di acquedotto. Le maxi-bollette per le famiglie numerose arrivano a sfiorare i 500 euro e sono destinate a lievitare ulteriormente nel 2016, quando le tariffe verranno applicate per intero (quest’anno si paga per il 2014 ed i primi 5 mesi rientrano nel periodo coperto dallo sconto ex-terremotati del 50%). Dopo l’intervento del sindaco Gianni Chizzoni, che ha accusato i vertici di Sicam di applicare tariffe folli e ha annunciato l'intenzione di rivolgersi alla Corte dei Conti, ora sono i cittadini ad agitare le acque. C’è chi sta pensando di scavare un buco in giardino e strappare la condotta che collega la propria casa alla rete fognaria e chi, più diplomaticamente, propone un confronto tra cittadinanza e responsabili del servizio idrico.
«Ho chiamato diverse volte Sicam per avere spiegazioni, ma ho ricevuto risposte evasive – racconta un abitante di Rivalta – perciò credo che l’unico sistema per fare chiarezza sia organizzare un incontro pubblico».
Nel frattempo, i cittadini si confrontano sui social network, pubblicando le cifre delle loro bollette. Nella maggioranza delle abitazioni manca il contatore dell’acqua, perciò il conteggio avviene in forma forfettaria. «Sicam attribuisce per ogni persona un consumo annuo di 80 metri cubi d’acqua – spiegano i residenti – E’ una stima esagerata. Dobbiamo ribellarci».
Intanto la protesta sta contagiando anche gli abitanti di Castellucchio, che in parte non hanno ancora accettato il passaggio della gestione del servizio idrico dalle mani del Comune a quelle di Tea e guardano con diffidenza all’imminente costruzione dell’acquedotto. A preoccupare gli abitanti, in questo caso, è il progetto di fusione dei gestori e l’introduzione di una tariffa unica, che nel 2021 dovrebbe arrivare a 1,91 euro a metro cubo.
«Se ci allacceremo all’adduttrice, dovremo subire un annuale salasso – commentano i residenti – meglio i nostri pozzi». La discussione sta impazzando anche su Facebook e ha coinvolto Sergio Benatti, castellucchiese e presidente di Tea Acque. Ad un cittadino che accusava le ex municipalizzate di offrire poltrone a politici trombati, pagandoli centinaia di euro a spese dei mantovani, Benatti ha risposto ironicamente: «Non sapevo di percepire un compenso così alto».
Rita Lafelli
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