Torchio critico sugli arrivi: «Come li accoglieremo?»
Il sindaco di Bozzolo: "Non abbiamo neanche lavori socialmente utili per loro". La cooperativa Pobic dovrebbe mettere a disposizione una villetta
BOZZOLO. Da quando si è appresa la notizia che la Cooperativa sociale Emergency trasport Pobic di via Volontari del Sangue è tra i vincitori dell'appalto per accogliere i profughi assegnati a Mantova, la questione è subito diventata l'argomento principe a Bozzolo.
Il pensiero è andato all'aprile 2011 quando 30 profughi tunisini furono assegnati all'allora Cooperativa San Lorenzo e nella stesso pomeriggio fuggirono da Bozzolo. Presidente della allora Cooperativa era Giancarlo Nolli, oggi un responsabile della Pobic insieme al presidente bozzolese Paolo Federico Novellini, allora suo collaboratore.
Il loro impegno e la loro solidarietà verso i meno fortunati, sono attestati dalle loro numerose missioni, come il recente soggiorno in Nigeria, o i trasferimenti al Gaslini di Genova di bambini malati e bisognosi di cure.
Per garantire il soggiorno e le spese di prima necessità dei profughi, la Cooperativa percepirà 34,50 euro giornaliere. Ciò che impensierisce a Bozzolo è che si decida ancora una volta senza prendere coscienza della situazione.
Nel 2011, infatti il Comune disse di non essere stato interpellato e non è escluso che anche adesso succeda la stessa cosa.
Ai cittadini che si sono rivolti a lui, il sindaco Giuseppe Torchio ha risposto di non aver ricevuto dalla prefettura risposte chiare in proposito.
Il punto di tutto sembra essere comunque la situazione di Bozzolo.
«Noi non siamo contro i profughi - ripete a più riprese il sindaco Torchio - è che non sappiamo come accoglierli!».
È la profonda crisi economica della zona che si fa sentire. «Bozzolo - rimarca il sindaco - occupava duemila operai. Si pensi all'Europhon, quando ogni giorno arrivavano gruppi e gruppi di persone dai paesi vicini, oppure alla Pizza Sistem, alla Galbani. Oggi è rimasta a Bozzolo solo un'azienda da 100 operai, la Cima con commesse che diminuiscono e di cui si vocifera che scatterà il 15 settembre la cassa integrazione ordinaria».
Ma non è finita: «Ci sono circa 200 disoccupati, 115 famiglie assistite dalla San Vincenzo e dal Comune. Un centinaio di persone hanno chiesto di poter fare i trimestrali alla Pomì o di essere assunte all'Iris che sta ancora sorgendo a Casteldidone».
Poi c'è in Comune un gran numero di borse lavoro e di assistiti a vario titolo. «Pensare in questa situazione anche a lavori socialmente utili per i profughi - rimarca il sindaco - è veramente una grossa preoccupazione». Per quanto riguarda l’accoglienza, pare che Pobic metta a disposizione la villetta dove hanno soggiornato anche le mamme al seguito dei bimbi africani arrivati in Italia per un intervento chirurgico; e si parla dell'affitto di un ristorante fuori Bozzolo.
In base ai contingenti regionali stabiliti dal ministero, alla provincia di Mantova spetta il 4,15% dei profughi destinati in Lombardia, il che significa poco più di 600 persone. Però, il fatto che gli sbarchi dalla Libia proseguano senza soluzione di continuità, fa presagire che presto altri richiedenti asilo raggiungeranno il Mantovano.
Attilio Pedretti
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