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Tra guano e vandalismi, degrado alle Pescherie

Piccioni morti, solai in bilico e opere dei writers nell’appartamento in vendita. Palazzi chiama il Franchetti: «Cerchiamo intese per recuperare anche il Sottorio»

di Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. Carcasse di piccioni, solai che sembrano cedere da un momento all’altro, guano ovunque e, in più, scritte oscene sui muri. È la scena che si è presentata ieri al sindaco Mattia Palazzi e alla delegazione degli Amici di Palazzo Te durante il sopralluogo all’appartamento comunale sopra le Pescherie di levante, di nuovo messo all’asta dopo tre precedenti tentativi falliti.

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Eppure, per il primo cittadino quello spazio di 500 metri quadrati che si sviluppa sopra la loggia cinquecentesca, rifatto poi a fine 800, potrebbe essere il volano per recuperare il Sottorio su cui affaccia: colonne e volti che da piazza Martiri passano sotto via Pescheria per un percorso nella Mantova sconosciuta che potrebbe proseguire sino al tratto di rio di via Sottoriva. «Da anni quell’immobile è nel piano alienazioni del Comune senza essere ceduto perché costoso e vincolato - dice Palazzi -. Sto lavorando per capire come un progetto di recupero e valorizzazione, insieme a partner, possa restituire ad un uso pubblico anche il Sottorio che deve diventare un ulteriore pezzo di città».

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Non si nasconde che il progetto «è molto complesso» e che la strada da percorrere «è molto lunga», tuttavia, «è una bellissima sfida per la città». E aggiunge: «Ho saputo di un interessamento dell’Istituto Franchetti, la cui sede è attigua al nostro immobile; ebbene, vorrei incontrarne i vertici per farli partecipi del nostro progetto; vorrei anche coinvolgere il mecenatismo mantovano per recuperare palazzo e Sottorio. Con i privati potremmo ragionare per un’alienazione intelligente dell’immobile in cui immaginare spazi espositivi. Siamo interessati a costruire attività sostenibili che possano pagare il recupero con funzioni pubbliche e attrattive. Noi faremo la nostra parte».

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La prima mossa è stata quella di diminuire la base d’asta scesa da 620mila a 558mila euro. Quanto, poi, servirà per recuperare l’immobile che si sviluppa su tre livelli più una cantina, è tutto da valutare, ma non sarà poco. La visita, infatti, ha mostrato una situazione di degrado notevole. Le stanze, ampie, sono un ammasso di guano, piume e piccioni morti.

Il sopralluogo del sindaco alle Pescherie

Il cannucciato dei solai, in molti punti, ha ceduto, e sotto si vedono travi in legno in cattivo stato. Fino a qualche anno fa era abitato, tanto che ancora si notano i sanitari. In quell’atmosfera di abbandono, ci si sono messi anche i vandali che, penetrati dalla botola in legno che si trova contro il muro della Pescheria di levante, sono saliti sino ai piani superiori. Lì non hanno trovato di meglio da fare che insozzare le pareti con frasi e disegni osceni ricavati con vernice verde: da via Pescheria, alzando lo sguardo sulla loggia, si vedono i vetri imbrattati delle finestre. Dalla botola si scende nei sotterranei e da lì si sbuca sulla sponda in ghiaia che digrada verso il rio: a sinistra c’è il colonnato che, passando sotto via Pescheria, porta in piazza Martiri. Da dove, come hanno suggerito gli Amici di Palazzo Te (il presidente Italo Scaietta e il vice Paolo Corbellani), una scala potrebbe portare turisti e mantovani in riva al rio «per recuperare - fa eco Palazzi - il rapporto con la città d’acqua».

«Siamo disponibili ad ascoltare il sindaco - dice il presidente del Franchetti Aldo Norsa, poi valuteremo». E precisa: «La precedente amministrazione ci contattò quando l’immobile fu messo all’asta per chiederci se eravamo disponibili all’acquisto. Il consiglio, però, ritenne di non dar seguito alla cosa».

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