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Collini boccia Luppi: il ruolo di medico separato dalla politica

Bacchettata al primario polemico per i troppi stranieri. Il presidente: frasi pretestuose, l’Ordine valuterà il caso

di Roberto Bo
2 minuti di lettura

MANTOVA. «Il ruolo del professionista sanitario e quello del politico o del cittadino vanno tenuti separati. Al prossimo consiglio dell’Ordine valuteremo se vi siano gli estremi per sentire il collega, per giudicare il suo comportamento sotto il profilo etico e per le dichiarazioni rilasciate alla stampa».

A poche ore dall’intervista sul tema immigrati e clandestini rilasciata alla Gazzetta di Mantova da Mario Luppi, primario del pronto soccorso del Carlo Poma, il presidente dell’Ordine dei Medici di Mantova, Marco Collini, non esclude l’apertura di un’indagine interna su quanto detto dal dirigente medico dell’azienda ospedaliera che aveva parlato di troppi stranieri irregolari in ospedale, di pronto soccorso intasato, rimborsi mancati da Roma, auspicando ambulatori esterni affidati ai volontari.

Collini, a sua volta ex primario del Poma, sentito a margine di un convegno su Albert Schweitzer in San Leonardo dal titolo "Il rispetto della vita", segnala anche di aver ricevuto nelle ultime ore parecchie telefonate da parte di colleghi che manifestavano il loro sdegno per le tesi sostenute dal primario del Pronto Soccorso. Anche il maggior sindacato dei medici di medicina generale, la Fimmg, ha stigmatizzato l’uscita di Luppi.

«Prima di tutto – attacca Collini – vorrei ricordare che il medico in servizio è tenuto ad occuparsi di chi a lui si rivolge a prescindere da nazionalità, credo religioso, censo, sesso e quant’altro. E questo va sempre ribadito. In merito alla vicenda del dottor Luppi riteniamo semplicistico, se non addirittura pretestuoso, imputare ad extracomunitari o stranieri i tempi di attesa, i disservizi e i problemi del pronto soccorso dell’ospedale di Mantova».

Ma che cosa aveva detto alla Gazzetta Luppi, primario del pronto soccorso da tredici anni, nonché segretario della sezione della Lega Nord di Porto Mantovano e responsabile provinciale della sanità per il Carroccio?

«Gli stranieri che arrivano al pronto soccorso sono in aumento – aveva detto il medico dal suo studio del Poma sul tavolo del quale campeggia un gadget gonfiabile con l’Alberto da Giussano sguainante lo spadone – e anche la quota di clandestini è salita. Noi curiamo tutti, precisiamo, ma dobbiamo sottolineare che gli irregolari oltre ad allungare i tempi di attesa per le visite non pagano il ticket e quanto dovuto all’ospedale non viene rimborsato dallo Stato attraverso le prefetture. Stiamo quindi parlando – aveva concluso Luppi – di risorse sottratte agli italiani che pagano regolarmente le tasse».

Le dichiarazioni del primario avevano scatenato centinaia di commenti sulla pagina di Facebook della Gazzetta di Mantova e stimolato telefonate in redazione per commentare, dividento i lettori tra contrari e favorevoli.

Il presidente dell’Ordine dei Medici preferisce le parole ai post via internet: «Che il 10% dei ricoveri al Poma sia di stranieri è fisiologico poichè gli stranieri residenti in provincia di Mantova sono ben oltre il 10%. Si badi che questa fascia di popolazione è quella socialmente più fragile, quella che fa lavori fisicamente più usuranti e più prolifica. Una situazione ben nota ai medici mantovani, poiché la quota preponderante di certificati relativi agli infortuni sul lavoro è proprio a carico di stranieri. Se poi un 10% di questo 10%, come appare dai numeri, è costituito da irregolari, allora il dato diventa molto piccolo. Riteniamo – prosegue Collini – che una società civile, ricca e opulenta come quella lombarda possa permettersi di curare duecento irregolari all'anno».

Collini in questo momento ritiene necessario un momento di riflessione se non di autocritica sui problemi del triage e del servizio di pronto soccorso in generale, sovente oggetto di lagnanze da parte dell'utenza.

Il 24 settembre il consiglio dell’Ordine dei Medici, annuncia il presidente, valuterà se vi siano gli estremi per sentire il collega Luppi. Non è nemmeno escluso che si proceda ad una valutazione sul suo comportamento sotto il profilo etico per le dichiarazioni rilasciate alla stampa.

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